a cura di Annarita Cavaliere
Il corpo musicale “Vincenzo Bellini” con la Corale Lirica “Ambrosiana” di Milano portano la celebre opera di Pietro Mascagni, Cavalleria rusticana (1890), nel comune di Camerota in due tappe; il 13 settembre in piazza S. Domenico a Marina di Camerota e il 14 settembre presso l’anfiteatro “Kamaraton” di Camerota capoluogo.
Un incontro fortemente voluto dal maestro Vincenzo Cammarano, cittadino camerotano che segue la banda di Cesate, accolto calorosamente dalla sensibilità del sindaco Antonio Romano, definendo l’evento tra i più significativi ed espressivi del programma “Viviamo Camerota 2013”. Nella piccola comunità di Cesate, nel 1938, nasce la banda “Vincenzo Bellini”, che si fermerà soltanto con la guerra per riprendere nel 1951 e continuare le sue attività fin ad oggi.
Non è una banda di professionisti, ma vuole comprendere giovani e non, soprattutto dilettanti, nella promessa di far rivivere la musica e la lirica; ed è così che nasce “Cavalleria rusticana on tour”. Una scenografia essenziale, un palco stretto, dove convivono i tre luoghi dell’azione (la cantina, la piazza e la chiesa), e come sfondo la piazza di Marina di Camerota, un’aria fresca e umida, tanto da poter creare il problema di accordo tra gli strumenti musicali, impercettibile però di fronte ad uno spettacolo che emoziona i nostalgici e cattura man mano, sebbene con più difficoltà, anche un pubblico giovane.
Più suggestiva invece all’anfiteatro “Kamaraton”, dove le colline di Camerota e la struttura in pietra rievocano il “verismo” di Verga, rendendo la storia più vicina agli spettatori. Migliora anche l’acustica, e la grazia dei musicisti cattura l’attenzione. Il regista Massimiliano Mancia sceglie pochi elementi ma significativi per trasmettere il senso del melodramma di Mascagni, il quale dichiara: «La nostra messa in scena invita lo spettatore a togliersi la giacca per vestire i panni di uno dei personaggi, immedesimarsi in lui e parteggiare, mettendo a fuoco i vissuti emotivi della vicenda ed azzerando per un attimo la distanza con la Sicilia contadina di cent’anni fa».
La contrapposizione tra un popolo pacato e sereno, dedito alla chiesa, rappresentato dal coro, e i personaggi coinvolti nella vicenda passionale, si esprime con la scelta del colore degli abiti. Il bianco del coro è invece contaminato dal nero nelle tre donne protagoniste. La camicia bianca è coordinata con il nero per Lucia (il debuttante contralto Regina Girardelli), con il nero e il verde, forse come simbolo di speranza, per Santuzza (la soprano Serena Rubini) e infine Lola (la mezzosoprano Eliana Sanna), impreziosita da dettagli rossi (come lo scialle, il ventaglio, i ricami della gonna, il fermacapelli, il rossetto), è l’elemento passionale. I colori comunicano ciò che i personaggi rappresentano e il sentimento che personificano; questo perché nel melodramma nulla è lasciato al caso e ogni singolo elemento deve conferire quel valore aggiunto alla scena. Infatti il rosso di Lola accostato al bianco del coro esprime la crisi della ritualità quotidiana del popolo verghiano. Turiddu (il tenore Emanuele Servidio) indossa il rosso bordeaux, colore che lo lega a Lola e che porterà Alfio (il baritono Carlo Maria Cantoni) alla vendetta, l’unico a cui sono associati colori scuri e spenti, in quanto è colui che uccide. Lo spettacolo non si è esaurito sul palco. Lo spettacolo emozionante è stato osservare il maestro Vincenzo Cammarano, acrobatico. La musica e l’opera lo coinvolgono in tutte le sue parti del corpo, dall’interno trasmette la sua grande passione, emoziona per la sua umiltà. Esempio di un cilentano “emigrato” al nord, che ha dovuto lasciare la propria terra per coronare il suo sogno. La banda di Cesate, arricchita da alcuni elementi validi provenienti da Camerota, luogo che per tradizione ha coltivato lo studio della musica, assume quasi la fisionomia di un’orchestra, coinvolgendo tutti e lo dimostrano i lunghi e calorosi applausi. Due serate ricche, perché portatrici di una ventata di cultura, di novità, offrendo la possibilità di riscoprire o stupirsi di fronte al potere comunicativo ed artistico dell’Opera. Cantanti giovani e di notevole professionalità; come Emanuele Servidio, vincitore del concorso lirico internazionale “Terre dei Fieschi 2007” e vincitore del premio speciale R. Leoncavallo nel concorso Internazionale “Leoncavallo” nel 2007. Carlo Maria Cantoni, che ha ricevuto il premio di “Riconoscimento per la sensibilità interpretativa e artistica come ambasciatore dell’opera lirica nel mondo” nel 2012.
La cultura dunque, può diventare la risorsa per riportare la comunità nelle piazze, nei luoghi degli incantevoli paesi del Cilento, rievocando così quel comune senso di appartenenza.