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La barbarie silenziosa, al Comune si parla di violenza di genere

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La barbarie silenziosa, al Comune si parla di violenza di genere

Il libro di Alba Arena “La barbarie silenziosa” è stato presentato ieri pomeriggio al Comune. Violenza di genere raccontata anche da una toccante testimonianza

[ads1] La barbarie silenziosa è il nuovo libro di Alba Arena che tratta il tema della violenza sulle donne, un problema che sta diventando, a detta della stessa autrice, un vero e proprio crimine sociale, la cui massima espressione è il femminicidio.

Fino ad ora non se n’era mai parlato apertamente, per questo il titolo La barbarie silenziosa.

Il suo intervento, un’analisi lucida, esaustiva e di una completezza sconvolgente, è stato coadiuvato da quelli di altrettanta competenza del dottor Fausto Martino, presidente dell’Associazione A voce alta di Salerno, di Fausta Angrisani, psicoterapeuta di Spaziodonna LineaRosa e di Antonio Messia, presidente di SAT educazione.

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La barbarie silenziosa, al Comune si parla di violenza di genere

Oltre ad un accurato ritratto sociologico e psicologico, questo incontro si è avvalso della preziosa ed emozionante testimonianza di Filomena, una donna che ha subito violenze dal marito per trent’anni, che è stata sfigurata dall’acido, ma nonostante tutto ha avuto la forza di lasciarlo, ed è riuscita a ricominciare.

La violenza di genere è originata dal patriarcato, il quale a sua volta è figlio legittimo di un’educazione culturale improntata sul dominio e sul potere, e il desiderio implicito di distruggere la Terra e l’ecosistema ambientale, non sono altro che metafora dell’annientamento della figura femminile.

Il meccanismo che spinge un uomo a soggiogare una donna è di una semplicità terrifica: secondo una costruzione culturale vi è una distinzione tra emozioni maschili, quindi positive per la virilità come la competizione, la durezza, la mancanza di empatia, e quelle femminili, come la dolcezza e la remissività, che la spingono anche a non aprirsi e non denunciare.

Nel momento in cui un uomo si vede in qualsiasi modo scavalcato dalla presa di posizione di una donna scatta un meccanismo di insicurezza, che parte dalla paura della perdita, che lui stesso non è abituato ad accettare, e così ricorre alla violenza. Essa è un metodo usato dall’uomo per risolvere i conflitti, che però hanno luogo prima dentro se stesso, e sono causati dal non riuscire ad esprimere quelle che sono emozioni normali per qualsiasi essere umano, come la paura.

Dunque, l’uomo non sarebbe intrinsecamente violento, spiega il dottor Martino, ma  “è la società ad imporgli certi comportamenti”. Per questo motivo l’unica via possibile sono dei percorsi di recupero per il soggetto , il quale nella maggior parte dei casi non riconosce di aver usato comportamenti violenti.

Il patriarcato sembra apparentemente scomparso, perché si crede che sia in corso un’evoluzione della società, ma in realtà è subdolo e capillarmente presente in ogni aspetto della vita della donna, a cominciare dalle dichiarazioni sessiste che deve ascoltare ogni giorno, fino a sottili minacce e violenze psicologiche.

Il ritratto dell’uomo violento inoltre, si allontana dallo stereotipo dell’uomo problematico e magari anche di bassa estrazione sociale: questo soggetto al contrario è insospettabile e normalissimo.

Un’altra soluzione, forse la sola possibile, è quella di un’educazione all’amore come superamento del patriarcato, per estirpare alla radice questo male sociale.

Laddove l’intervento degli uomini non dovesse avere successo, ci sono sempre le donne, che sanno autorigenerare e creare dal nulla la fibra necessaria per sostenere e lottare, un sostegno complice fra ognuna che spesso rappresenta un mistero per chi è fuori da questo universo. Ma è questa la straordinaria forza delle donne che, da sole o insieme, riescono ad avere potenza, e non potere, per contrastare il male del mondo.

Una lotta eterna, che le donne possono e devono combattere per il solo fatto di essere nate tali. [ads2]

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Classe 1987, ho frequentato l’Università degli Studi di Salerno, conseguendo la Laurea di Primo Livello in Sociologia. Ho ottenuto una certificazione di frequenza per il corso di addetto/responsabile Ufficio Stampa e ho partecipato a diversi concorsi letterari, tra cui quello dell'estate 2015 del Circolo degli Artisti Salernitani, che mi è valso un Primo Premio. Lo scorso anno ho pubblicato il mio primo romanzo edito da Writers Editor, intitolato "Amore di papà". Sono un'attivista femminista e sostenitrice dei diritti LGBTIQ e gestisco una pagina Facebook sui diritti delle donne, "Doppia Vu Women Rights". Inoltre, ho il ruolo di segretaria provinciale presso la sezione NIDIL CGIL di Salerno.