Il neogovernatore della Campania contesta la validità della L.Severino e dichiara: “Viola la Costituzione, serve rottura totale”. È necessario l’intervento del premier
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“La L.Severino viola la Costituzione perché vale per i sindaci e i dirigenti e non per la casta di deputati, senatori e ministri” ha dichiarato il neogovernatore della Campania, Vincenzo De Luca, in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama. Sembra destinata a non placarsi, almeno per il momento, la bufera che ha investito il caso De Luca in Campania. In base alla L.Severino il neogovernatore della Campania, condannato in primo grado e quindi non in via definitiva, poteva candidarsi e lo ha fatto, vincendo le elezioni. Paradossalmente il problema è sorto proprio dopo la vittoria elettorale: la stessa legge che consentiva a De Luca di candidarsi prevede che debba essere sospeso perché condannato in primo grado. I due provvedimenti sono tra loro incongruenti.
De Luca prospetta ciò che potrebbe accadere nel caso in cui il premier non approvi una modifica della legge: “Renzi può approfondire, ma sapendo che se non cambia la legge tutto resterà come prima. Dopodiché decide. Lui mi sospende? Io ricorro alla Corte d’appello di Bari. La quale, di fronte a un analogo provvedimento del presidente del Consiglio, ha rimesso nelle sue funzioni pubbliche un consigliere regionale. Nel frattempo la giunta regionale che io nomino, compreso il vicepresidente, continua a lavorare sulla base del programma votato dai cittadini“.
L’ex sindaco di Salerno non perde l’occasione, nel corso dell’intervista, di ribadire i motivi che lo hanno indotto a querelare il Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, per averlo inserito, a soli due giorni dal voto, nelle liste degli impresentabili: “Deve rispondere davanti al giudice di un atto che io giudico infame sul piano politico, volgare sul piano umano e anticostituzionale sul piano istituzionale. L’atto che ha compiuto è di una gravità inaudita. È un atto che sarebbe considerato eversivo anche in un Paese dell’America latina”.
Ieri, 10 giugno, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha emanato un documento che evidenzia le criticità e le contraddizioni della Legge Severino. Secondo il documento diffuso è necessario attuare un coordinamento tra le norme sulla inconferibilità degli incarichi e quelle su incandidabilità e sospensione: ci sono divergenze sui reati elencati e sulle conseguenze legate alla loro gravità. In particolare per quanto riguarda il reato di abuso d’ufficio, per il quale è stato condannato De Luca, è probabile che possa rientrare tra quelli per cui non scatta il provvedimento di sospensione. Non si vede, dunque, la necessità di sollevare accuse e polemiche sterili dal momento che, almeno stando alle ultime direttive, De Luca potrà dormire sonni tranquilli.
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