Italy Food World Summit, l’internazionalizzazione del comparto agroalimentare, il 5 e 6 febbraio al Grand Hotel Salerno
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Si è aperta ieri al Grand Hotel Salerno l'”Italy Food World Summit“,una due giorni del comparto agroalimentare made in italy. L’iniziativa, promossa dal gruppo VèGè, primo gruppo italiano della grande distribuzione associata,patrocinata dal MIPAAF, ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha lo scopo di aprire un confronto diretto tra le aziende del comparto alimentare e i loro interlocutori politici e commerciali nei mercati chiave di Russia,USA ed Emirati Arabi Uniti.
Presenti al meeting centinaia di Pmi italiane, 15 delegati e ospiti internazionali come il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, il vice ministro dell’Agricoltura della Federazione Russa Ilyia Shestakov e il responsabile delle relazioni economiche internazionali del governo di Mosca Sergey Cheremin; rappresentanti istituzionali italiani come Paolo De Castro, della commissione agricoltura del Parlamento europeo, e Mauro Rosati, consigliere del ministro Martina per il Made in Italy.
“Il nostro gruppo” dice Giorgio Santambrogio,ad del Gruppo VèGè, “Ha voluto organizzare questo evento internazionale con l’obiettivo di collegare in maniera perfetta il mercato della domanda,soprattutto relativamente a Paesi come Russia,USA ed Emirati Arabi e quello dell’offerta,ovvero le piccole e medie imprese locali che,nell’ambito del sistema-paese Italia, sono dotate di enormi potenzialità soprattutto nel settore food”.
L’idea – prosegue Santambrogio – è quella di far conoscere il vero made in italy ai consumatori presenti sui mercati emergenti facendo incontrare,tramite dei business matchies, i buyer delle aziende americane, russe e arabe con le piccole e medie imprese italiane e mostrare sul piano pratico come fare per internazionalizzare il prodotto tipico italiano“.
In merito al fenomeno dell'”italian sounding” (contraffazione e falsificazione dei prodotti alimentari made in italy il cui fatturato, secondo le stime è di circa 54 miliardi di euro all’anno, producendo danni sempre maggiori alla nostra economia, anche in termini di perdita di posti di lavoro,circa 300.000 sempre secondo le ultime stime) è stato affrontato anche da Mauro Rosati, che ha sottolineato la grande attenzione dei mercati rivolta ai prodotti italiani e alle iniziative del governo per sostenerli: “Il 17 febbraio abbiamo un tavolo della grande distribuzione organizzata che ci aiuterà a trovare un accordo perché i nostri prodotti abbiano un posto privilegiato all’interno, appunto, della grande distribuzione, l’unica arma che abbiamo per far crescere il fatturato delle Pmi agroalimentari italiane. Nei prossimi mesi partirà un’azione coordinata con il ministero e con i consorzi più importanti. Come ministero delle Politiche agricole abbiamo chiesto al ministero dello Sviluppo economico di collaborare, e il decreto Sblocca Italia per la prima volta ha permesso di condividere questo piano strategico: 150 milioni in più saranno dedicate alla promozione del Made in Italy. Questa mossa nei prossimi tre anni accompagnerà le imprese nel tentativo di aumentare i loro volumi d’affari all’estero, con l’obiettivo per il 2020 di arrivare a 50 miliardi provenienti dall’export”.
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Altro obiettivo dello “Sblocca Italia”,è,relativamente al prodotto made in italy,riunire tutti i prodotti italiani in un marchio unico che non disorienti i consumatori, cercando di limitare un’altra grande criticità evidenziata anche da Fulvio Calcinardi, SEO della Camera di Commercio Italo/Americana Midwest. Dunque,per concludere l’intento del summit è duplice:in primo luogo dare la forza alle piccole e medie imprese italiane di esportare grazie anche all’unione non avendo,da sole,la capacità di raggiungere determinati mercati;in secondo luogo difendere la qualità del made in italy al fine di poterlo esportare. Il Summit, definito dall’on. Paolo De Castro “l’aperitivo a Salerno prima dell’expo 2015″per i temi affrontati,proseguirà domani 6 Febbraio con la”Tavola rotonda:quale ruolo per il Made in Italy agroalimentare nel 2020?”.
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