A ZONzo vi porta a fare un giro a Ischia per farvi scoprire i suoi tesori visibili solo dal mare: tra scogli dai nomi bizzarri spunta “Il piede di Maradona”
[ads2]Ischia – un weekend di fine estate nell’isola campana dopo la tappa nel cuore della Puglia (potete consultare l’articolo cliccando qui). A settembre, approfittando delle ultime giornate di sole, ci siamo regalati un viaggio a Ischia, isola posta a poca distanza da Procida e Vivara.
Per raggiungere l’isola si può partire da Salerno o da Napoli con gli aliscafi e i traghetti che, lungo l’arco di tutta la giornata, coprono la rotta. Noi abbiamo scelto di partire da Napoli per impiegare meno tempo; se voi, però, preferite imbarcarvi da Salerno, in estate potete farlo, in inverno no (il servizio è sospeso)!
Bisogna, innanzitutto, sapere che l’isola, più popolosa d’Italia dopo Sicilia e Sardegna, comprende sei comuni: Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano; ognuno è diverso dall’altro e meriterebbe una visita. Noi, per motivi di tempo, non abbiamo potuto visitare tutta l’isola e, per questo ci limiteremo a parlare della sua costa.
Una volta arrivati sulla terra circondata dal mare, la prima domanda che ci poniamo è questa: Ischia è meno famosa rispetto a Capri che, con i suoi Faraglioni e la Grotta Azzurra, è nell’immaginario turistico l’isola italiana più famosa al mondo?
La risposta ci viene data da un ischitano mentre facciamo il giro di Ischia a bordo di un’imbarcazione: no!
Dalle sue parole, scopriamo che l’isola ha una storia antichissima risalente, addirittura, al Neolitico, età in cui fu abitata. Nel 1953, nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, Giorgio Buchner, archeologo tedesco, ritrovò la coppa di Nestore del 275 a. C. circa, che costituisce il più antico esempio di poesia scritta in lingua greca.
A rendere , però, famosa nel tempo l’isola in tutto il mondo è la sua origine.
Non tutti, infatti, sanno che Ischia è un’isola vulcanica, o meglio è ciò che emerge di un vulcano sottomarino sprofondato, L’Epomeo.
L’isola è, perciò, conosciuta come “Isola Verde” grazie a un’eruzione esplosiva di 55.000 anni fa, caratterizzata dal tufo verde che, però, non è stata l’unica. Come testimonia la costa, ci sono stati diversi periodi di attività vulcanica (oggi in fase di quiescenza); facendo un giro in barca, si può avere un’idea dei vari strati di rocce di cui è formata l’isola.
Grazie alla sua origine vulcanica, Ischia è diventata nota per l’attività termale; sull’isola, infatti, ci sono tantissime fumarole e acque termali, che prendono il calore da una camera magmatica sottomarina e raggiungono temperature altissime.
Le acque termali ischitane sono state utilizzate dai greci per gli effetti benefici sul corpo e lo spirito; poi, con i romani, sono diventate “Thermae” pubbliche molto frequentate fino ad oggi. Non pronunciandoci sugli effetti del radon, gas inerte e radioattivo di origine naturale, e degli altri metalli pesanti presenti nell’acqua ad Ischia, diciamo solo che questo patrimonio idrotermale è tra i più antichi al mondo e che gli studi dovrebbero chiarire, una volta per tutte, quali sono i benefici e quali i danni dell’acqua termale.
Lasciando un punto interrogativo nella nostra mente sulla radioattività di Ischia, ritorniamo alla ricchezza naturale dell’isola, quella che affascina gli occhi dei turisti; facendo il giro della costa, scopriamo scogli e grotte bellissime, che rendono l’isola inconfondibile.
Assaporando il mare dalla barca in una giornata ventilata, appaiono ai nostri occhi, ignari delle meraviglie che offre l’isola, tante sculture in pietra.
Un unico artista si è cimentato ad abbellire questa costa verde, il suo stile sembra riconoscibile; ha scolpito enormi scogli, che emergono dall’acqua, dando loro forme strane. Tutto ci potrebbe sembrare fatto dalla mano dell’uomo che riporta nelle opere le cose presenti in natura (un cammello, un piede, un fungo, un elefante); invece no, l’unico artista di Ischia è la natura, che da secoli, giorno dopo giorno, lavora senza tregua.
Sfiorando la costa frastagliata, Ischia ci appare bella quanto la sua sorella, Capri. Entrambe portano la stessa firma!
Così, alla Grotta Azzurra di Capri, Ischia risponde con la Grotta del Mago, sulla costa sud-orientale, dove secondo una leggenda abitava un vecchio gigantesco con chioma e barba bianche, il Mago.
Ad Ischia ci dimentichiamo, perfino, dei Faraglioni capresi guardando: gli Scogli degli Innamorati, formati da due rocce tufacee tanto vicine che sembrano baciarsi e Il Fungo di Lacco Ameno, antico scoglio tufaceo di 10 metri.
A sorprenderci lungo la costa sono altre tre massi di forme strana.
C’è uno scoglio a forma di un cammello seduto; è conosciuto anche come “La Nave” perché una tradizione antica vuole che la roccia sia stata la nave dei Feaci, che aveva condotto Ulisse a Itaca.
C’è la Grotta dell’Elefante, chiamata così per la sua forma del tutto simile all’animale; è facilmente riconoscibile la proboscide.
La roccia che più ci ha fatto sorridere è quella nota, per ovvi motivi di fede calcistica, come Il Piede di Maradona; è sorprendente la somiglianza del masso al piede umano.
Non potendo parlarvi di tutto ciò che l’isola offre, vi consigliamo di andare a Ischia per provare il coniglio all’ischitana, bere il rucolino (liquore a base di rucola), fare il bagno a Sant’Angelo, il villaggio di pescatori con le case colorate che abbracciano la costa e salutano il mare, e visitare il Castello Aragonese.
Il tempo trascorso a Ischia ci ha fatto assaporare la forza vitale della natura nascosta sotto al mare, portandoci ad una riflessione: ciò che siamo fuori proviene dall’energia che abbiamo dentro, unica fonte della nostra unicità.
I viaggi ci parlano sempre di noi, eterni viandanti in cerca di un’identità e di una definizione!
Vi lasciamo alla galleria fotografica e vi diamo appuntamento a venerdì prossimo con una tappa di A ZONzo davvero eccezionale.