Ironico, esplosivo, provocatorio: è questo Gaetano Tatti Sanguineti, ospite di ieri della MasterClass del Giffoni Film Festival, accolto dai ragazzi con un forte applauso. Un libro dedicato all’amico Walter Chiari, un finale al vetriolo, pungendo il conduttore Fabio Fazio, e nel mezzo tanti ricordi e ‘frecciatine’ su tutta la scena cinematografica, politica e sociale italiana. “Sto preparando un libro sul mio maestro di vita Walter Chiari – commenta commosso Sanguineti – ma sono fermo a una parte che non mi fa dormire la notte, ma il lavoro sta venendo bene“. Un incontro fatto di emozioni, ricchi e divertenti aneddoti e notizie da ‘dietro le quinte’ del cinema, mondo che Sanguineti conosce benissimo, vista la sua attività di critico, di storico e autore televisivo. “Chiambretti è il mio ‘figlio bastardo’ – commenta l’ospite – ma mi ha insegnato che il suono è la componente fondamentale della televisione, addirittura più importante dell’immagine. Con un buon sonoro, puoi salvare un’immagine anche sfocata, purtroppo non il contrario”. Ma Sanguineti è un vulcano, non salva nessuno. “Oggi per fare questo mestiere, scendere a compromessi è fondamentale – continua – è impensabile per esempio fare un film sulla politica o sulla camorra come Gomorra e non pensare a proteggersi: è come salire in macchina e indossare la cintura”.
Non si salva nemmeno il suo conterraneo Fabio Fazio: “E’ un mio ‘figlioccio’ – continua Sanguineti – ma, visto da me che faccio l’ autore televisivo, lo trovo fin troppo ‘servile’, in ginocchio, lo vorrei più spregiudicato”. Una dichiarazione che ha fatto scatenare le ire di buona parte dei giurati della MasterClass, sostenitori dei programmi di Fazio. Tanti i ricordi poi che si susseguono, senza dimenticare la critica cinematografica, passione di Sanguineti fin dai tempi dei suoi pezzi su Panorama, quando un giorno ricevette la chiamata di Fellini. “Scrissi del suo film ‘Roma’ e lui mi fece chiamare per parlarmi di persona. Era un uomo semplice – ricorda il critico – ma allo stesso tempo furbo, riempiva di regali le persone che lo circondavano e per salvare Le notti di Cabiria si rivolse addirittura a un prete“. Sanguineti spende amare parole anche per la situazione della critica odierna. “Un tempo la critica riempiva i paginoni dei giornali, oggi è segregata in piccoli spazi. Manca la figura del ‘critico di riferimento’, importante elemento che ai miei tempi era fondamentale, come il mio maestro Alberto Farassino o Tullio Kezich, veri e propri letterati. Queste figure non esistono più – precisa Sanguineti – la critica odierna esiste come lingua nascente o piccolo balbettio. E la colpa è anche di internet, dove crediamo di trovare tutto. Molti sembrano scrivere solo per se stessi e di film che in realtà poi non hanno mai visto – commenta Sanguineti – come il mio ‘ex’ amico Enrico Ghezzi che sembra parlare da solo, convinto che non farsi capire sia la cosa migliore, ma il cinema come arte va spiegato, non complicato“.
Non può mancare poi un’ amara riflessione sulla crisi che il nostro Paese sta vivendo. “Sono uno degli uomini che non ce la fa a raggiungere la fine del mese e – precisa il critico cinematografico – vivo la crisi in modo drammatico. Voi invece dovete restare uniti – consiglia Sanguineti rivolgendosi ai giovani del Gff – insieme si sopravvive, dovete usare il cervello, imparare ad essere fantasiosi, trovare persone con cui condividere idee, pensieri“. E il cinema italiano? “Devo dire che fino alla fine di Pasolini o Leone, il cinema italiano è stato per 30 anni il secondo cinema migliore al mondo, ma era sicuramente migliore di quello odierno. Molti registi oggi sono fuori di testa, hanno un ego napoleonico e non riesco a fingere che mi piacciano. Papaleo – continua il critico – è tra i ‘piccoli’ attori italiani che mi piace moltissimo, perché riesce a essere trasversale, simpatico, pulito“. La conclusione è in pieno stile Tatti Sanguineti: “Siamo diventati un mondo di cannibali del ‘600, la gente ti frega per nulla!” Un altro grande incontro targato ‘Giffoni Film Festival’, per quello che è già stato nominato dai giurati l’ospite più camp di questa edizione.”Mi sento protetto dalla vostra giovinezza – scherza Sanguineti – il Giffoni è una bellissima macchina da guerra di cinema“.