La storia dell’ingegnere e poeta sanseverinese che mandò 501 rose tricolore a Umberto Bossi, raccontata in Io, Ingegner Terrone, mostra il ritorno vittorioso alle origini dopo gli atti xenofobi.
Io, Ingegner Terrone, è il libro di Aldo Forbice, giornalista pluripremiato per il suo impegno umanitario e noto ai più come il conduttore (dal 1994 al 2012) del programma di Radio 1 Zapping, presentato lunedì 3 marzo presso l’aula consiliare del palazzo comunale di Mercato San Severino.
Dopo i saluti istituzionali, il Sindaco Giovanni Romano si mostra onorato di poter interloquire con Aldo Forbice e il suo “giornalismo vero” che racconta “l’Italia della gente che vive”. Il sindaco evidenzia, inoltre, l’importanza dell’esperienza per Mercato San Severino con la possibilità di leggere la storia di un “concittadino coraggioso”: Francesco Terrone. Focalizzando l’attenzione sul sodalizio in lui di poesia e ingegneria, la storia aiuta a “riflettere sulle nostre radici”. Nel libro Io, Ingegner Terrone viene scomodato anche Federico II perché – come ricorda il sindaco – “noi siamo ciò che siamo stati in passato”.
Francesco Terrone, dal 1993, ha affermato con forza “il diritto di essere considerato uguale a chi è nato in luoghi diversi dell’Italia” ritornando, dopo gli atti xenofobi subiti, a Piazza del Galdo per fondare la Sidelmed, azienda con filiali in tutta Italia, ma con sede legale nel casale sanseverinese.
Le pagine in Io, Ingegner Terrone dedicate a Mercato San Severino la descrivono come una città che “vive nel silenzio, pur trovandosi in una regione come la Campania”, al centro dell’attenzione mediatica per demeriti. La città non fa notizia perché è ben amministrata ed è risaputo che “le cose positive non fanno notizia”. Il sindaco, orgoglioso del suo concittadino, conclude il suo intervento con: “Ci sono tante Mercato San Severino in Campania!”
L’incontro sul libro Io, Ingegner Terrone, che – secondo la moderatrice Teresita Possidente – “racconta la storia del sogno e della speranza” è da leggere nelle scuole, è allietato per enfatizzare la “doppia anima matematica e poetica” di Terrone da un intrattenimento musicale con la voce di Lucia Branda (mezzosoprano), Lucrezia Benevento al pianoforte e il violinista Carmine Maluccio.
La sfida economica di Io, Ingegner Terrone, è partita da un’appendice di un’azienda bolognese che si occupava di sicurezza sul lavoro da cui nasce la Sidelmed. “Med” – come ricorda Possidente – “sta per Mediterraneo a dimostrazione del fatto che l’intenzione era di fare una realtà più ampia, oltre ogni razzismo o xenofobia”.
Dopo Carlo Iannone, Assessore alla Programmazione Economica, che parla di un uomo (Francesco Terrone), a cui non appartiene per carattere l’esagerazione e l’ostentazione, ma l’impegno e l’umiltà, la parola passa a Rita Occidente Lupo, direttore del giornale online DentroSalerno. Definito da quest’ultima “uno squisito fanciullo senza età” grazie alla poesia e all’assenza dell’ “urlo arrivistico di un Super Io che cancella il fanciullino pascoliano”.
In Io, Ingegner Terrone c’è, dunque, il ritratto di un uomo del sud che arriva lontano ritornando alle proprie origini e al senso campanilistico e la valigia di cartone in copertina enfatizza il messaggio di chi “rivendica le sue origini quando va a Nord”. L’intervento di Rita Occidente si chiude con: “Bravo Francesco, ce l’hai fatta, rappresenti tutti noi”.
Il “martirio” di Francesco Terrone si è consumato al Nord, dove Umberto Bossi con la Padania, stava schiacciando il sud, rischiando di azzerarlo. Per chi non lo conoscesse Francesco Terrone è colui che ha mandato, senza ricevere alcuna risposta, 501 rose verdi, bianche e rosse ad Umberto Bossi invitandolo in Campania, ispirato dal gesto del calciatore Antonio Cassano con le 500 rose a Michelle Hunziker.
Vi invitiamo a leggere Io, Ingegner Terrone di Aldo Forbice, per saperne di più su questo ingegnere e poeta di Mercato San Severino.