Intercultura ha festeggiato i cento anni di attività di AFS, il gruppo di studenti volontari della Prima guerra mondiale
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Intercultura ha festeggiato al Gran Salone del Genovesi della Camera di Commercio di Salerno, il centenario dell’associazione AFS (American Field Service) fondata nel 1915 da Abram Piatt Andrew (1873-1936) e costituita da semplici studenti volontari della comunità americana di Parigi.
L’inizio del ‘900, come tutti noi abbiamo appreso dai libri e dai racconti di guerra, fu inaugurato con uno degli eventi più disastrosi e tumultuosi della storia: la Prima guerra mondiale.
Il mondo, diviso tra soldati e inermi, stava rapidamente cambiando.
Fu proprio alle porte della Grande Guerra, che Abram Piatt Andrew all’età di 41 anni fondò l’associazione AFS, riunendo insieme tutti quei giovani studenti americani desiderosi di prendere parte attiva al conflitto parteggiando per l’esercito francese, senza violare la loro nazionalità.
Animati da spirito e forza di volontà, centinaia di giovani che fino ad allora avevano condotto vite sicure e agiate, si ritrovarono alla guida di ambulanze, a soccorrere feriti e nel pieno del caos della guerra.
«La commemorazione dei cento anni di AFS – ha raccontato Lucia Napoli, responsabile dell’Archivio Storico di Salerno – rientra in una serie di iniziative che riguardano la storia e l’intercultura».
L’aiuto dell’associazione AFS, infatti, non solo fu importante dal punto di vista storico, ma permise a giovani provenienti da 50 stati diversi, di incontrarsi, conoscersi e di formare una fitta rete di connivenza in angoli remoti del mondo.
A rappresentare questo aspetto dell’associazione in Italia, è proprio “Intercultura”, fondata nel 1955 con il fine di diffondere l’esperienza imparata all’estero anche nelle scuole italiane.
«Sono molte le famiglie che coraggiosamente ospitano ragazzi stranieri nelle proprie case – ha raccontato Mina Felici, Presidente del Centro locale Intercultura di Salerno – e altrettanto da apprezzare è il coraggio dei ragazzi che decidono di partire e di stare per mesi lontani dalle proprie famiglie».
L’idea alla base della commemorazione dei cento anni di AFS non è solo il racconto storico, ma è soprattutto il tentativo di sensibilizzare le famiglie all’apertura e al dialogo verso nuove culture e al superamento delle frontiere, geografiche o mentali che siano.
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