Finalmente sono partiti i lavori di restauro al Polittico di San Nicola a Pregiato, chiesa fondata intorno alla seconda metà del primo millennio ma rimaneggiata più e più volte. Da giovedì 29 agosto, il prodotto del genio dell’artista campano è sottoposto a lavori di restauro, l’ultimo dei quali datato nel 1982, voluto fortemente dall’allora soprintendente ai Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici di Salerno e Avellino, l’architetto Mario De Cunzo.
Stavolta all’inaugurazione hanno presenziato l’onorevole Giovanni Baldi, presidente della III Commissione consiliare regionale “Attività produttive e Lavoro”, passato per un saluto fugace, causa impegni, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, al secolo nota come Fondazione Carisal, Alfonso Cantarella, il capogruppo consiliare del PdL di Cava de’ Tirreni, Enrico Polacco, la dottoressa Rosanna Romano, il funzionario delegato dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, Gregorio Angelini, il parroco di San Nicola, don Luigi Grimaldi e la professoressa Lucia Avagliano, cultrice ed esperta di storia locale. Proprio quest’ultima ha dato il là alla breve presentazione, ringraziando i presenti e tutti coloro che si sono prodigati per ridare linfa fresca al polittico.
In seguito, il presidente della Fondazione Carisal ha raccontato ai presenti il prestigio e la “mission” del gruppo di origine bancarie. “La fondazione – ha affermato – è un’organizzazione non profit, in quanto non persegue obiettivi di lucro, ma allo stesso tempo è orientata alla redditività del patrimonio, allo scopo di investirne i proventi in iniziative di sviluppo finalizzate alla crescita del territorio della provincia di Salerno, grazie anche all’attivazione di sinergie con Enti locali e Istituzioni scientifiche ed economiche nazionali e internazionali. Per la realizzazione dei propri obiettivi, la Fondazione si ispira al principio della “progettualità” inteso sia come necessità di programmare strategicamente ogni intervento, valutandone opportunamente i costi e benefici interni ed esterni, sia come vero e proprio valore culturale da diffondere sul territorio, affinché esso orienti le azioni degli attori locali. Sulla base di ciò, intendiamo agire su questo prezioso capolavoro del ‘500, affinché la comunità possa al più presto beneficiarne. Del resto, la crescita sociale di una comunità passa anche attraverso la rivalutazione delle opere artistiche presenti sul territorio e Cava ne è piena”.
Dopo gli interventi del consigliere Polacco e del padrone di casa don Luigi, entrambi volti a ringraziare l’intervento e il sostegno diretto dell’amministrazione Galdi nel restauro dell’opera, diverso è stato il discorso tenuto dalla dottoressa Romano che ha sottolineato la situazione apocalittica e disarmante che in questo momento vive il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali italiano. “In passato la Chiesa di San Nicola ha beneficiato della Sovraintendenza, concessa dal Ministero. Attualmente, però, il polittico non riceverà un euro dallo Stato. Tutto dipende dalla direzione centrale del Ministero, ammesso e non concesso che vorrà sostenere economicamente il restauro. I Beni Culturali in Italia sono allo sbando e ciò che fa ancora più rabbia è che lo Stato conceda poco o nulla per contraddire questa tendenza. Per fortuna, ci sono Enti, come il Comune e la Fondazione che credono nella cultura, ma soprattutto c’è tanta gente che mossa da motivi religiosi o puramente artistici ha a cuore le bellezze artistiche che la comunità custodisce. È grazie a voi che la comunità potrà tornare a beneficiare di un capolavoro del ‘500”.