Giunge la nota di chiarimento del Direttore Sanitario del presidio ospedaliero di Eboli in merito alle recenti notizie sulle infezioni registrate
Una nota di chiarimento sulle infezioni registrate presso il Presidio Ospedaliero Maria Santissima Addolorata di Eboli giunge dal dott. Mario Minervini, Direttore Sanitario del presidio, relativamente ai risultati negativi per “Acinetobacter baumanil e Clostridium difficile”.
“Alla luce dei numerosi e recenti articoli di stampa denigratori nei confronti del PO di Eboli – si legge – , si rende necessario comunicare, come da report allegati, i risultati negativi per Acinetobacter baumanii e Clostridium difficile dei prelievi straordinari di monitoraggio microbiologico effettuati dall’Eurolab Srl in data 18.09.2020 presso la Rianimazione e in data 21.09.2020 presso I’UOC di Medicina Generale e i risultati negativi dei prelievi ordinari eseguiti nelle aree critiche relativi al mese di luglio 2020, oltre che rendere noto che attualmente, nei suddetti reparti, è stata ripristinata la regolare attività di ricovero e assistenza“.
“Si fa presente – prosegue la nota – che, in accordo con la Responsabile aziendale della Sicurezza dei pazienti e gestione Rischio Clinico, sono state adottate tempestivamente le precauzioni standard, le precauzioni da contatto e l’isolamento spaziale/cohorting dei pazienti di tali reparti ma, nonostante tali procedure, in Medicina sulle superfici del “letto paziente 1 stanza 5” è stata rilevata la presenza di Anaerobi solfito riduttori (Clostridium perfrigens) in quantità < 0,4 UFC/cm2 (v.n. 0,013-0,7).
Si precisa, infine, citando i dati della letteratura scientifica, che:
- le infezioni da A. baumannii, patogeno opportunista, rappresentano circa I’80% delle infezioni da Acinetobacter e si verificano in pazienti ospedalizzati e/o con gravi patologie (Rianimazioni);
- il Clostridium difficile, che vive come commensale nell’apparato intestinale, è causa frequente in ambiente ospedaliero (Geriatrie) di infezioni nei pazienti immunodepressi e/o defedati, sottoposti a terapie antibiotiche-chemioterapiche-immunosoppressive e con ripetuti ricoveri in strutture sanitarie.
Si conclude, pertanto, che le infezioni da Clostrudium denunciate sono da interpretare come comunitarie per 1 caso e come nosocomiali negli altri 2 casi, che si sarebbero presumibilmente contagiati in ospedale (entro le 72 ore dal ricovero), ma la cui gestione del setting assistenziale è stata realizzata secondo i protocolli previsti”.