Indennità? Rinuncio. Diversi sindaci del Cilento hanno scelto di proteggere il cittadino verso una politica locale più consapevole
[ads1]Indennità: quel giro di denaro legato spesso a politici e funzionari della Stato, per essere ciò che rappresentano. Rimborsi, compensi, retribuzioni. I sindaci sono il primo scalino della politica, quella “macro”, a cui è riconosciuto il compenso aggiuntivo. Questa volta però la notizia è positiva. Questa volta la politica, quella “micro”, insegna in che modo si può rinascere dalle difficoltà ormai note del Paese, amplificate nei piccoli territori. Questa volta il Sindaco rinuncia a qualcosa, si avvicina, concretamente, alla polis. Questa volta l’indennità non la prende, la rifiuta.
Piccole storie che arrivano dal Cilento, dove in alcuni paesi, i sindaci si sono uniti nella lotta ideale e realistica allo “spreco”. Incontrare le esigenze della comunità tagliando (che efficace parola associata alla politica italiana!) l’indennità: Castellabate e Sassano nel 2012, Montesano sulla Marcellana nel 2013, Ascea e Sala Consilina nel 2014, mentre Novi Velia apre il 2015 rinunciano all’indennità, così come vorrà fare anche il Sindaco di Rodio per tutto l’anno.
Rinunce che però hanno finalizzato e finalizzeranno il taglio di denaro verso opere di grande importanza: le scuole, manutenzione delle strade, abbattimento di barriere architettoniche, riduzione delle tasse, giostre per bambini, rinnovamento.
E poi ci si dice che la politica non può cambiare lo stato delle cose, forse è possibile. Piccole grandi azioni che abbassano l’aurea del politico per avvicinarlo al sentire della comunità.
[ads1] Queste operazioni manifestano un mutamento della sensibilità politica, una consapevolezza dei problemi più radicata e realistica; forse una voglia di riscatto, il bisogno di ripulire l’immagine del politico italiano, locale o nazionale che sia.
Comuni cilentani che rinunciano dimostrano che l’indennità non è un compenso indispensabile, ma attraverso il risparmio si possono ottenere risultati importanti. La politica con il volto umanizzato è la nostra salvezza, perché Aristotele lo diceva
Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo.
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