In attesa delle prossime rappresentazioni, questa sera a Lentiscosa e il 22 settembre a Marina di Camerota, ZerOttoNove incontra lo staff per raccontare il making of de Il Re Leone
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Dopo il memorabile esordio della prima de Il Re Leone all’anfiteatro Kamaraton lo scorso 17 agosto, ZerOttoNove incontra le giovani personalità che lavorano dietro la macchina dello spettacolo, per raccontare come nasce e prende forma con pochi mezzi e tanta passione di arricchire il territorio di arte e cultura.
Regia a cura di Roberta Nicolella
Ogni spettacolo teatrale è una sfida nuova. Non si deve mai sottovalutare nessun personaggio, nessun intreccio, nessuna parola. Ogni cosa ha un peso all’interno di qualsiasi sceneggiatura. In un musical come “Il Re Leone” è importante far arrivare al pubblico i vari livelli di interpretazione: il bambino vedrà la triste storia di un cucciolo sfortunato che, perdendo il padre, è costretto ad abbandonare la sua terra per ritornarvi quando avrà riacquistato forza e coraggio; l’adulto capirà la complessità dell’equilibrio all’interno del grande cerchio della vita, dove tutto avviene per una ragione e tutti gli eventi sono collegati fra loro.
Il lavoro sui singoli personaggi è stato più semplice di quanto mi aspettassi: ogni ruolo calzava a pennello sull’attore, il quale forse era aiutato dall’avere come sostegno un elemento nuovo, la maschera. Particolare attenzione è stata rivolta ai movimenti, dato che gli interpreti dovevano rievocare animali.
Un altro elemento delicato è stato la voce: gli attori hanno dovuto letteralmente scegliere che impostazione di voce da utilizzare, per caratterizzare il proprio personaggio, e su quella poi lavorare per dare le varie sfumature umorali. In tal senso penso che i due Simba (Vittorio Scarpitta e Vincenzo Sgueglia) abbiano fatto il lavoro più difficile. Vittorio, con i suoi dodici anni, doveva interpretare un curiosissimo cucciolo di leoncino, perciò ha dovuto recitare e cantare con un tono di voce più alto del normale. Vincenzo si è ritrovato nei panni di un leone adulto tormentato dal rimorso ma allo stesso tempo rassegnato ad andare avanti, cercando di far suo il motto “hakuna matata”.
Il suo personaggio ha passaggi rapidi da dolcezza a rabbia, da accompagnare sia con il corpo che con la voce. Per quanto riguarda gli altri settori mi sono ritrovata in una botte di ferro: la scenografia di Tommaso è essenziale ma giusta; la parte musicale, affidata a Teresa, studiata nei minimi dettagli; i costumi di Anna Milo (fatti in tempi record) di grande impatto visivo; le maschere di Sabina uniche in espressività e bellezza; le coreografie di Emilia, che si trova ogni anno a relazionarsi con ragazzi di varie età ottenendo ottimi risultati, efficaci e armoniose; il trucco di Antima e collaboratrici elaborato e in accordo con maschere e costumi. Cristian Del Gaudio e Carmelo Saggiomo, tecnici audio, sono due ottimi collaboratori senza i quali è diventato assai difficile lavorare.
Sul palco ero certa che tutto sarebbe andato liscio grazie al lavoro di Pina Mea, Davide Pellegrino, Nicola Bove, Gerardo Stomeo, Maria Ruocco, Gennaro Chirico e altri. Tante altre sono le persone da ringraziare, tra cui chi ha aiutato Sabina nei piccoli lavori di manovalanza, come Anna Magliano e Martina Di Mauro. Insomma, una grande macchina la cui alimentazione è la fiducia.
Scenografia a cura di Tommaso Del Gaudio
La scelta scenografica di quest’anno è stata un vero e proprio salto nel vuoto. Ho dovuto abbandonare le grandi strutture che caratterizzano un po’ tutte le mie scenografie per far spazio alle luci, ai costumi e alle maschere, che richiedevano un certo spazio.
Gli ambienti da ricreare erano grandi ambienti aperti (la savana, il canyon, la foresta), che ho ricreato attraverso i video proiettati in un ledwall messo nella parte centrale del palco e attraverso i costumi.
La savana, per esempio, è evocata attraverso dei copricapo riempiti d’erba e delle gonne di corda che richiamano il colore dell’arida terra africana.
Ho ridotto al minimo le strutture: lo scheletro di un elefante per la scena dell’incontro di Simba con le iene, un piccolo trono per Scar e la rupe dei Re, dove avviene la presentazione di Simba appena nato agli animali. Per questi elementi ho fatto riferimento agli originali, cercando di riprodurli con dimensioni ridotte per esigenze sceniche. Quello che mi ha colpito nella scenografia del musical originale è la stilizzazione degli elementi, così ho cercato di riprodurre quegli oggetti con forme squadrate.
Un grande ruolo hanno giocato le luci. Ho scelto, infatti, di posizionare dei pannelli bianchi alle estremità del palco per far si che tutto l’ambiente si accordasse con il led-wall posteriore, cercando di ottenere una certa armonia di colori. Romeo Iannuzzi, nostro light designer, non ha deluso le mie aspettative.
Musiche a cura di Teresa D’Alessandro
La preparazione della parte corale e solistica è avvenuta dopo uno studio attento e scrupoloso per ogni singolo brano e battuta; soprattutto l’attenzione si è totalmente concentrata sulla metrica e sull’intreccio musicale tra suono e parole, considerando il fatto che i brani sono tutti originariamente scritti in inglese.
Questo lavoro, che io personalmente chiamo “divertirsi e collaborare con professionalità”, è stato possibile grazie alla disponibilità delle ragazze e dei ragazzi, che insieme a me, hanno fatto sì che tutto ciò potesse concretizzarsi (soprani: Antima Magliano, Noemi Sgueglia, Maurina Pellegrino, Roberta Nicolella; contralti: Anna Magliano, Filomena Gallo, Susanna Carotenuto, Anna Bardaro, Tina Berardinelli, Enza Del Gaudio; bassi: Tommaso Del Gaudio, Vincenzo Sgueglia e Manfredo D’Alessandro).
Ragazze e ragazzi che con tanta passione ed entusiasmo, anche quando le temperature hanno sfiorato i 40°C e orari non proprio comodi, sono riusciti a realizzare un prodotto musicale, corale e solistico che sinceramente poche volte si è ascoltato. Grazie ai ragazzi de La meglio gioventù, che mi danno la possibilità e l’occasione ogni anno di aiutarli a far sì che venga fuori la sensibilità, la musicalità, la teatralità e tante altre belle qualità che i nostri ragazzi, figli di Camerota, hanno.
Maschere a cura di Sabina Valiante
1) La prima fase di lavorazione per la realizzazione della maschera è cercare di dare una forma il più possibile all’originale, utilizzando materiali comuni come cartone, nastro adesivo e giornali.
2) Carichi di tanta pazienza si passa al lavoro successivo, che consiste nello stendere colla vinilica e pezzetti di giornali.
3) Per dare consistenza alla maschera e renderla uniforme si passa uno strato di stucco e resina.
4) Una volta levigata si dipinge con colori acrilici prima di aggiungere gli ultimi dettagli.
5) La maschera è pronta per essere portata in scena
Guarda la galleria fotografica con le tappe della realizzazione
Coreografia a cura di Emilia Volpe
La sfida di quest’anno è stata affascinante, ma al tempo stesso difficile. L’obiettivo era riuscire ad armonizzare il corpo di ballo e trasmettere il senso di ogni movimento, ma prima ancora la bellezza del sacrificio. Mi sento di complimentarmi con i ragazzi per l’impegno e il valore che in questo breve percorso hanno dimostrato.
Trucco a cura di Antima Magliano
Mettere in piedi questo spettacolo è stato un po’ come entrare a far parte di una grande catena di montaggio, in cui ognuno ne ha realizzato un “pezzo”. Il Re Leone è il risultato del desiderio puro di non deludere le aspettative di un pubblico ormai fedele all’appuntamento estivo e della passione disinteressata che ci ha riuniti, ancora una volta, nel nostro piccolo laboratorio (la nostra sede) a dare il massimo in tutto.
Per il grande debutto de Il Re Leone, personalmente, mi sono occupata dell’organizzazione del trucco degli attori e del corpo di ballo. Per restare fedele il più possibile a quello dei più celebri attori americani, ho stampato delle immagini con i particolari di ogni singolo trucco per poi riprodurlo, alla meglio, sui nostri attori.
Foto – All Rights Reserved Pietro Avallone
Grazie all’aiuto di altre ragazze (Angela Sgueglia, Giulia Di Muro, Maurina Pellegrino, Alessia Gallo, Maria Carmen Forte, Emilia Volpe, Debora Prati, Filomena Gallo, Rosy Cammarano) e dell’instancabile Sabina (il nostro factotum) ho sistemato tutto l’occorrente e proceduto tenendo in considerazione le maschere che ognuno avrebbe indossato e seguendo un ordine legato a tempistiche precise. Tra i vari trucchi realizzati da me, sicuramente il più complesso è stato quello della saggia Rafiki, per cui ho impiegato all’incirca un’ora.
Per Simba piccolo e grande, come per Nala piccola e grande, è stato realizzato il medesimo trucco mentre, per Scar e Zazu, sono stati messi in evidenza degli accorgimenti precisi e caratterizzanti il personaggio. Alle tre iene e a Timon e Pumba sono stati enfatizzati i caratteri goffi e buffi delle maschere, mentre per il volto della regina Sarabi sono state scelte le tonalità dell’oro e del bronzo.
A Mufasa sono stati marcati i tratti somatici con cerone rosso e giallo ed è stato messo in risalto lo sguardo.
È stato un lavoro lungo e rocambolesco, una corsa al tempo e all’ultima pennellata di ombretti e fard! Alla fine però eravamo tutti pronti nei nostri abiti con le nostre maschere e i nostri trucchi, dietro al sipario, con il cuore in gola e gli occhi al cielo, pronti a condividere tutta la nostra emozione.
Il Re Leone sarà questa sera, 31 agosto, in scena nella suggestiva Lentiscosa e il 22 settembre a Marina di Camerota.
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