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Il Professore salernitano Francesco Orio svela il rimedio per la sindrome dell’ovaio policistico

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Il Professore salernitano Francesco Orio svela il rimedio per la sindrome dell’ovaio policistico

Al Professore salernitano Francesco Orio, tra i più giovani esperti di endocrinologia italiani, è toccato il compito e l’onore di inaugurare il 36° Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia, svoltosi a Padova dal 5 all’8 Giugno 2013. La sua relazione in lingua inglese è stata presentata in apertura, dinanzi ad una platea di oltre 1000 endocrinologi italiani, durante il simposio congiunto tra la Società Europea e la Società Italiana di Endocrinologia: un evento dedicato allo studio di terapie e complicanze della sindrome dell’ovaio policistico.

Francesco Orio,  Responsabile di endocrinologia dell’età fertile presso la Struttura di Tecniche di Fertilità dell’Ospedale Ruggi di Salerno, è stato insignito 2 anni fa del Premio Minozzi come miglior ricercatore endocrinologo italiano al di sotto dei 40 anni, per i suoi brillanti studi condotti in ambito endocrino-metabolico.

Inoltre, è stato tra i primi al mondo a riscontrare un possibile aumento del rischio cardiovascolare nelle donne con ovaio policistico, nonché il primo esperto capace di dimostrare (con studi svolti presso l’Università di Napoli) che la prima terapia da praticare su queste pazienti (spesso in sovrappeso o obese) è l’attività fisica. Infatti, un esercizio fisico di tipo aerobico (una corsa, una camminata a passo svelto, una passeggiata in bicicletta o l’utilizzo della cyclette) praticato per circa 30-40 minuti al giorno, e per 6 giorni a settimana, è sufficiente per notare miglioramenti sia in merito al ciclo mestruale, sia in relazione alle complicanze metaboliche e cardiovascolari. In particolare, Orio ha scoperto che l’attività aerobica induce e ripristina l’ovulazione, e dunque aumenta la probabilità che le donne in esame diventino fertili e possano quindi procreare.

Fonte: www.liquida.it

La sindrome dell’ovaio policistico, il cui acronimo inglese è PCOS, rappresenta la prima causa endocrina di infertilità femminile, ed è caratterizzata da: alterazioni del ciclo mestruale con anovulatorietà dei cicli (cioè senza ovulazione e con irsutismo, che è la comparsa dei peli eccessivi). Tale patologia colpisce tra il 5 ed il 10% di tutte le donne nell’età riproduttiva, ed è gravata da serie complicanze metaboliche tra le quali spicca il diabete mellito, grave malattia ad elevatissima incidenza nel mondo industrializzato.

Questo semplice, ma cruciale concetto è stato riconosciuto da tutto il mondo scientifico a livello internazionale: nel Regno Unito, in Australia e negli Stati Uniti la prima cura per le donne obese infertili è proprio la correzione dello stile di vita, mediante la dieta e l’attività fisica, cioè la perdita di peso e quindi la possibilità di procreare, quale fine ultimo.

Una scoperta importante, che porta la firma di un giovane studioso salernitano.