Niente unisce così tanto gli italiani quanto la nostra Nazionale di calcio. La forte emozione di domenica sera ha sprigionato la gioia di un popolo che si è riversato per le strade a festeggiare per una bella vittoria, che ci ha portato alle semifinali dell’Europeo. Il calcio è molto più di uno sport, spesso uno spaccato della nostra società, con i suoi pregi e i suoi difetti. L’Italia invece di replicare i vizi del paese che rappresenta, è diventata il manifesto della sua parte propositiva.
Se i tifosi gioiscono, gli “esperti” pallonari si dividono tra improbabili commenti che nemmeno nei peggiori bar di provincia e improvvise lodi a Prandelli e i suoi ragazzi nel tentativo di salire sul famoso carro dei vincitori.
Perché essere tra le prime quattro d’Europa è un gran risultato. Gli Azzurri ci sono arrivati perché hanno avuto il coraggio di osare e proporre continuamente un gioco piacevole e offensivo. Merito di Prandelli, che ha creduto nella forza e nelle capacità del gruppo, portando avanti la sua idea di un calcio propositivo, consapevole di essere solo all’inizio di un lungo percorso, importante per tutto il calcio italiano.
Si è affidato ai suoi tre campioni. Buffon è il miglior portiere del mondo, Pirlo un genio del calcio, De Rossi un guerriero. Ha responsabilizzato Cassano, un po’ giù di tono per la verità l’altra sera. Ha dato fiducia a Balotelli, che non essendo una prima punta ha praticamente fatto reparto da solo, lottando e creandosi da solo 3-4 palle gol. Soprattutto ha utilizzato in quattro partite 19 calciatori sui 21 disponibili( senza contare i portieri di riserva), puntando su Abate e Balzaretti che non sono mai stati titolari; gettando nella mischia Nocerino e Diamanti nel momento clou, che senza paura si sono presi la responsabilità di battere (e segnare …) i calci di rigore.
Riproponendo il rombo di centrocampo con Montolivo più dinamico di Thiago Motta, l’Italia ha avuto sempre il pallino del gioco, contro un’Inghilterra che, consapevole, anche troppo, dei propri limiti, ha giocato all’italiana, ma nella versione peggiore. Anche se il successo è arrivato solo ai rigori, in rimonta, nella maniera più incredibile, trenta conclusioni verso la porta avversaria sono il segno di una schiacciante supremazia. Ma tant’è, nove volte su dieci queste partite si vincono. C’è di che sperare.
E ora ci tocca la Germania, forse la migliore squadra vista sino a qui, avversaria di sfide sempre emozionanti. Ora sono loro i favoriti. Riusciremo a confermare le statistiche che mai ci hanno visto perdere nelle competizioni mondiale ed europee? O finalmente (speriamo di no …) i tedeschi riusciranno a sfatare il tabù italiano?
Ora più che mai bisogna inseguire i risultati come stiamo imparando a fare, non avendo timore e giocandocela sempre. Questo è il meglio dell’Italia.
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