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“Il giorno muto”: in uscita il nuovo libro di Vincenzo Benvenuto

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“Il giorno muto”: in uscita il nuovo libro di Vincenzo Benvenuto
Foto da comunicato

In uscita il nuovo libro dello scrittore salernitano Vincenzo Benvenuto, dal titolo “Il giorno muto” edito da “Il seme Bianco”

È in uscita il nuovo libro, il quarto, del talentuoso scrittore salernitano Vincenzo Benvenuto, “Il giorno muto”, per la casa editrice Il seme Bianco. 

Osvaldo è un avvocato che, assieme a sua moglie Valentina, fa la cosa più rivoluzionaria del mondo, specie in epoca di pandemia imperante: mettere al mondo Pia, una neonata con i proverbiali sette spiriti.

A chi somiglia di più? Da chi avrà preso quell’embrione di carattere che inizia a delinearsi? Quale playlist farle ascoltare per indurla al problematico sonno?

Tutt’intorno la necessità di costruirle un bozzolo per proteggerla e consegnarla unicamente all’inesperienza di mamma e papà.  

Là, fuori per il mondo, i camion militari con le salme da virus cullate nel corpo ciò e maculato, la paura della vicinanza che coltiva egoismi.

Trama tra il leggero e l’ironico, almeno fino a quando non decide di togliersi la vita il professor Andreas Santorini.

Nel suo biglietto d’addio, quello destinato alle motivazioni dell’insano gesto, un nome e cognome del tutto fuori luogo: Osvaldo Di Giacomo, conosciuto occasionalmente circa dieci anni prima e mai più rivisto. Senza contare la stranissima frase, subito attribuita a Gianbattista Vico, Dalla repubblica di Platone alla feccia di Romolo. 

Ma vi è di più. Accanto alla stranezza della nomina di poco più di uno sconosciuto nel “congedo dal mondo”, un legato ancora più incredibile: gli sterminati libri del professore e il pianoforte dovranno essere lasciati sempre alla stessa persona, a Osvaldo Di Giacomo.

È naturale, a questo punto, che la polizia voglia vederci chiaro. Iniziano gli incontri con il commissario Mogavero, intervallati dalla presenza onirica di un gatto che ogni sera accompagna Osvaldo nella passeggiata anti-stress.

A ingarbugliare ancora di più le carte, una ricevuta di consegna trovata casualmente in cui c’è una frase in codice seguita da un’altra in chiaro, entrambe scritte da Andreas Santorini. 

Si vira decisamente verso il giallo.

Osvaldo scopre, dopo il tampone somministratogli dal dottor Di Buono direttamente a casa del prof dove si trova per prendere visione degli oggetti del legato, di essere positivo. E la sua variante è a tal punto aggressiva, da indurre il commissario, previo accordo con Adele Santorini, l’esotica figlia del professore, e il medico, a confinarlo in quarantena proprio tra quelle quattro mura.

Come trascorrere il tempo sterminato della cattività? Leggendo e riprendendo lo studio del pianoforte abbandonato troppo in fretta. Ed è proprio grazie alle annotazioni sul libro degli esercizi pianistici, che Osvaldo trova la chiave per decifrare il messaggio in codice.

Seguendo il filo di quelle dritte e delle altre di un dizionario enciclopedico, eccola la scoperta: la traduzione de Le Anime morte di Gogol’ incastonata in un punto strategico della biblioteca, comprensiva anche della seconda parte e di alcuni frammenti della terza la cui esistenza è stata sempre negata dalla critica. 

Non resta che attendere la venuta, a casa del prof e in compagnia di una quarantena ormai inutile, di chi accenderà la fiaccola della comprensione sul suicidio da cui tutto ha preso le mosse e, soprattutto, sul coinvolgimento di Osvaldo nello scenario orwelliano che si staglia all’orizzonte. 

Al centro della rivelazione, il c.d. giorno muto che solo per pochissimi, tra cui Osvaldo, potrà rappresentare una causa di impermeabilità al controllo totale.