Oggi pomeriggio, il discorso di De Luca al Comune di Salerno è stato accolto con lunghi applausi. Perché questo caso, a detta del sindaco, dovrà diventare esemplare
IL DISCORSO DI DE LUCA. Questo pomeriggio, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca – convocata rapidamente una conferenza stampa all’indomani del giudizio del Tribunale (che lo condanna in primo grado per abuso d’ufficio) – ha fatto il suo ingresso nel Salone dei Marmi accolto da un fragoroso applauso dei suoi fedelissimi, unitamente alla stampa e ai “curiosi” cittadini presenti, al grido di “Bravo, Enzo!”.
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Molti i sostenitori, ma anche gli avversari, accorsi per ascoltare un discorso che sembra – più che una “difesa” – un ennesimo incoraggiamento ad andare avanti, nonostante quel tentativo di “apostolato laico” destinato a rimanere disatteso.
Il discorso di De Luca parte energico. «Non pensiate che sia iniziata la ricreazione» ha dichiarato, esordendo con decisione; «Io non intendo arretrare di un millimetro, ma sono deciso a portare avanti i progetti e le opere già avviate, finanche come consulente a titolo gratuito. Non crediate che l’eccessiva burocratizzazione e le sentenze cervellotiche possano porre fine alla crescita del territorio» ha assicurato per poi commentare, con la consueta ironia: «Vedete un po’ a che livello di masochismo siamo arrivati».
L’accusa di peculato rivolta al sindaco De Luca si riferisce all’anno 2008, quando il primo cittadino divenne commissario straordinario per la costruzione di un termovalorizzatore in provincia di Salerno. Di fatto, pare che l’avvocato romano Francesco Lettera abbia ridotto l’accusa ad un’indagine su un mero refuso, essendo che il sindaco, dopo aver nominato l’ingegnere Barletta responsabile del procedimento e direttore dei lavori, aveva ricevuto da quest’ultimo la richiesta per la nomina di un coordinatore del gruppo di lavoro che, nel documento, viene menzionato come “project manager”.
Il discorso di De Luca prosegue. «Il commissario straordinario non decide sulla retribuzione del project manager, ma è lo stesso direttore dei lavori a stabilirla; inoltre, il fatto che i burocrati romani contestino il termine “project manager” è fuori luogo, essendo che tale termine veniva già adoperato col significato di “coordinatore del gruppo di lavoro” in altri documenti ufficiali – in linea, peraltro, con la Direttiva Ministeriale del 6 agosto 2004 e con la Determinazione n. 10 del 23 febbraio 2001. Come può quindi valere una sentenza del genere per un pubblico amministratore, se per un ministro o un parlamentare l’applicazione minuziosa della legge non vale mai?».
E qui ha incalzato: «Voglio che sul caso si accenda un interesse mediatico a livello nazionale: ritenete che ci sia una persona perbene in tutta l’Italia che possa non sentirsi indignata per una sentenza del genere? Chiedo al Governo di risolvere queste contraddizioni».
Ampio l’excursus sulle problematiche ancora irrisolte sul territorio regionale, prima tra tutte la Valle del Re, «dove la gente muore di tumore nell’indifferenza generale; la Terra dei Fuochi, vittima di un incendio durato quasi un anno – una tragedia ambientale di proporzioni bibliche; e poi le ecoballe, un problema così grave che non potrà essere mai risolto se nessuno se ne interessa.
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In quest’ottica, le Primarie devono rimanere un passaggio ineludibile, e chi vuole farsi avanti deve avanzare a viso aperto, senza nascondersi dietro sentenze cervellotiche come ieri!».
Il discorso di De Luca per la città. Spinosa, poi, la vicenda del doppio incarico voluto dal Governo Letta, che De Luca accusa di scarsa forza: «La Legge n. 400 dell’88 ci ricorda che un viceministro può avere la sostanza operativa e amministrativa solo se riceve le dovute deleghe, altrimenti è solamente una carica politica. Nessuno ha avuto la forza di far valere questa legge: Lupi (ex ministro dei Trasporti, n.d.r.) ha fatto la sua parte, ma l’inopportuna politica dell’allora presidente Letta non ha avuto la grinta necessaria a far valere l’ordinamento giuridico, che mi avrebbe evitato la ricattabilità da parte di chi non voleva attribuirmi deleghe».
De Luca ha poi concluso con sagacia: «Questo non è un Paese moderno del diritto giuridico, è un circo equestre. Se in passato esprimevo il pieno rispetto per tutta la magistratura italiana, ora esprimo rispetto per la magistratura che conosce davvero la legislatura e lo stato di diritto, ma non per chi, il diritto, non sa neanche cosa sia!». Resta quindi inalterata la volontà di “trasmettere entusiasmo”, perché quando la politica è priva di fiducia e di passioni non è degna di amministrare la vita di un altro essere umano.
Lo stesso Gianfranco Valiante, anch’egli presente all’incontro con la stampa, subito dopo ha dichiarato: «Se, effettivamente, ci troviamo in queste condizioni all’indomani di una sentenza simile, espressa nei confronti di chi ha speso una vita per la sua comunità, questo caso fa certamente riflettere».
Il sindaco ha salutato, infine, tutti i presenti, che lo hanno rincuorato con un lungo applauso al grido di: “Salerno ti ama!”. [ads2]