Il raccondo di Milena continua, proiettandoci nella lontana realtà africana e descrivendo di volta in volta quello che vede, con gli occhi di chi ama quello che fa, lasciando spazio all’immaginazione e al desiderio di avvicinarsi, anche mentalmente, ad uno stile di vita che richiama la volontà e la voglia di vivere, a qualsiasi costo. Stavolta ci parla della sua scuola, un po’ diversa dalle altre, ma caratteristica di un luogo magico e al tempo stesso difficile.
Quest`anno ho deciso di svolgere un tirocinio in una scuola Montessori.
Rispetto alle altre scuola che ho visitato precedentemente, la Maryland Montessori School in Swedru è strutturata abbastanza bene in termini di spazio: i bambini hanno a disposizione un ampio cortile per giocare e correre e sviluppare i sensi, contrariamente ad altre, in cui i bambini più piccoli hanno a disposizione degli ambienti molto ristretti.
I bambini di questa scuola provengono da famiglie agiate, o per lo meno hanno entrambi i genitori con un`occupazione. Le tasse scolastiche ammontano annualmente a circa centocinquanta euro. In più bisogna ogni giorno cinquanta centesimi per il pranzo, l`equivalente di un ghana cedi.
La maggior parte dei bambini arriva in classe accompagnati da un autista, che i genitori pagano mensilmente. Mi chiedo cosa li tenga così impegnati da non permettergli nemmeno di prenderli da scuola a tardo pomeriggio. A volte faccio fatica a capire se si tratti di papà o di autisti, visto il modo in cui i bambini esultano nel vederli arrivare.
Diverse prospettive fanno diverse le realtà. Le condizioni igieniche lasciano un po`a desiderare: in Italia una scuola così non aprirebbe neppure. Manca l`attenzione verso la pulizia, soprattutto nel servire il cibo: nel nido i bimbi mangiano nello stesso piatto e con lo stesso cucchiaio, alternandosi. Nei bagni usano gli stessi vasini. Ho visto il disinfettante tuttavia girare per le classi.
I bambini sono uno una meraviglia; molto acuti e vispi, con occhi grandi e profondi. Mi rallegrano le giornate con le loro vocine.
Ho un nome africano: in Ghana mi chiamo Ama, perché sono nata di sabato. Ogni giorno della settimana porta con sé un nome diverso, che varia anche in base alla tribù di appartenenza.
E a voi, che siete laggiù tra le comodità, vi piacerebbe scoprire qual è il vostro nome ghanese?