Il presidio di Battipaglia presenterà questo venerdì grazie a “Il coraggio delle idee” un dibattito su politica e legalità
[ads1] Il coraggio delle idee. Oggi più che mai si sente forte il bisogno di una politica trasparente, credibile, responsabile. Il comune di Battipaglia è stato sciolto per infiltrazione camorristica e commissariato da oltre 2 anni. La città, ancora forse vulnerabile, si appresta a vivere un momento estremamente delicato quanto importante, quello delle elezioni amministrative. Si appresta, quindi, a vivere una nuova fase politica.
Il coraggio delle idee: politica (è) legalità: il Presidio di Libera a Battipaglia organizza per venerdì 27 maggio, alle ore 17, un pubblico confronto alla presenza di tutti i candidati sindaco sui temi di cui l’associazione si fa promotrice ed è attivamente testimone.
Il faccia a faccia sarà moderato dal giornalista Antonio Manzo, inviato speciale de Il Mattino, e si terrà presso il Caffè 21 Marzo, in via Generale Gonzaga: “Abbiamo scelto di svolgere il dibattito in un luogo di cui la città di Battipaglia, oggi, deve essere orgogliosa -afferma Angelo Mammone, referente del locale presidio di Libera-. Si tratta del primo bene confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla comunità tramite bando pubblico. Al termine di un percorso di commissariamento per mafia, abbiamo sentito la necessità di capire chi si accinge a guidare la città quale impegno intende profondere rispetto ai temi di cui la nostra associazione si fa promotrice, attiva testimone e dei quali saremo attente sentinelle”.
Cultura della legalità, memoria, impegno civile, promozione sociale, formazione, riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie: sono questi i pilastri dell’azione, che attraverso i valori di “Libera”, il Presidio di Battipaglia porta avanti nel quotidiano.
Secondo la Commissione Nazionale Antimafia, la situazione dei Comuni sciolti per mafia, di quelli sotto monitoraggio e dei Comuni che hanno avuto commissioni di accesso, vede un aumento quantitativo e una reiterata criticità in alcune realtà. In base a dati del Ministero dell’Interno, nel quinquennio 2011-2015 gli enti sciolti per mafia e in gestione commissariale sono stati: 20 unità nel 2011, per una popolazione complessiva di 152.000 abitanti; 37 unità nel 2012, per una popolazione complessiva di 546.000 abitanti; 45 unità nel 2013, per una popolazione complessiva di quasi 800.000 abitanti; 51 unità nel 2014, per una popolazione complessiva di 850.000 abitanti; 33 unità nel 2015, per una popolazione complessiva di circa 700.000 abitanti.
Come sottolineato anche dal Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Rosy Bindi, “le amministrazioni comunali sono il primo varco di penetrazione delle mafie nella politica e nella Pubblica Amministrazione”. Fedine penali pulite non certificano l’onesta degli aspiranti amministratori. C’è necessità che la politica si doti di codici etici, di strumenti idonei per la selezione della classe dirigente chiamata a ricoprire incarichi istituzionali. Soprattutto, un buon amministratore ha il dovere morale prima ancora che civile di declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina, onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione.[ads2]