Claudio Lotito, co-patron della Salernitana, ha presenziato al forum “Il Calcio che vogliamo”, organizzato dal Corriere dello Sport: “Tifoso vuol dire appassionato”
La tensione, dopo il deludente finale di stagione, è alle stelle; il destino della Salernitana è appeso ad un filo molto sottile. In attesa della decisione del Foggia, i granata possono essere sicuri della salvezza. Ma se ai pugliesi dovessero accogliere il ricorso, le cose potrebbero prendere una svolta tragica. Migliaia di tifosi non meriterebbero tutto ciò, soprattutto nell’anno del tanto atteso centenario.
Ospite del forum “Il Calcio che vogliamo“, organizzato dalla redazione romana del Corriere dello Sport, il co-patron della Salernitana Claudio Lotito ha voluto soffermarsi proprio sulla figura del tifoso, dichiarando:
“Bisogna ricostruire le varie componenti che concorrono a questo grande spettacolo, quella economica, tecnica e passionale, perchè senza i tifosi il calcio non ci sarebbe. Tifoso vuol dire appassionato, colui che deve sostenere il proprio club. Quando il tifoso diventa un mestiere, questo determina una distorsione. Alcuni club sono diventati ostaggio perchè hanno voluto esserlo. C’è un problema di regole ma anche di farle rispettare. Con la storia del consenso popolare e all’interno dell’organizzazione per chi ricopre cariche, ci siamo messi in in condizione di doverci lavare la coscienza: c’è il sindaco della città che pressa, l’agente che chiede, eccetera. Ma hanno diritto? No, allora non possono pretendere nulla. Il nostro mondo ha grande impatto mediatico, questo ci consente di avere grande potere contrattuale che non utilizziamo in senso costruttivo. Sul campo dobbiamo essere avversari ma nel sistema occorre essere compatti per migliorarlo, invece ognuno tutela la propria posizione corporativa. Abbiamo delle norme obsolete, frutto di una situazione in cui i club erano associazioni sportive e non società di capitale, e le logiche dei controlli non esistevano. Oggi il calcio è equiparato all’attività commerciale anche per la verifica dell’Iva, bisogna mettersi nella condizione di partire con progetti concreti, legati a regole semplici ed infrastrutture. Lo stadio di un club, ad esempio, deve essere vissuto h24, 365 giorni all’anno, perché se lo consideri casa tua non ci vai a delinquere e a distruggerlo”.
“Nello sport vinci con merito, spirito di sacrificio e di gruppo, la lealtà e il rispetto dell’avversario. Playout e playoff in Serie A per dare più interesse al torneo di A? Significherebbe spaccare in due il campionato. Se la Juventus fattura 480 mln e la Lazio 110 c’è disparità ma, nonostante ciò, la Lazio le ha tolto la Supercoppa. Significa che con l’organizzazione e la progettualità si possono realizzare dei sogni. Non dobbiamo togliere il sogno che una squadra possa, sempre nel rispetto regole, a parità di condizioni, competere con le altre”.
Fonte: Salernitananews