Lino Renzi, cannibale e matricida, è stato condannato a 30 anni di reclusione presso il REMS

[ads1]

È stato condannato a 30 anni di reclusione presso la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di San Nicola di Baronia, in provincia di Avellino, Lino Renzi che il 23 luglio del 2013, dopo una lite con la madre Maria Pia Guariglia, scaturita dall’ennesima richiesta della donna affinché si lasciasse curare,  la uccise e ne cannibalizzò i resti.

La decisione, come scrive Metropolis, è stata presa dal Gip del tribunale di Salerno, Elisabetta Boccasini che ha dichiarato l’uomo incapace di intendere e di volere.

Le forze dell’ordine trovarono una macabra scena al loro arrivo: dopo aver ucciso a bastonate la madre e averla mutilata in bagno, aveva iniziato a grigliarne le viscere, mentre lui si era disteso nudo sul letto.

Cinque mesi dopo il delitto l’uomo ha confessato le sue colpe motivandole dalla sua intenzione di “Distruggerla per poi ricostruirla” e chiedendo la grazia “Come Berlusconi”.

La macabra vicenda è stata, purtroppo, appurata da analisi mediche effettuate su campioni di feci rinvenute presso l’abitazione in via Martuscelli da parte del genetista dell’Universita di Catanzaro, Ciro Di Nunzio.

Un crimine che lascia tutti inorriditi, ma forse dettato dall’amore di un folle per la sua mamma.

[ads2]