Ieri sera al Teatro Augusteo si è tenuta l’anteprima di Salerno Letteratura. Super ospite il grande scrittore Howard Jacobson, che ha parlato di “Pussy”, Trump, donne e politica

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Howard Jacobson è stato l’ospite d’onore che ha inaugurato la V edizione di Salerno Letteratura, ieri sera, al Teatro Augusteo di Salerno e che si terrà dal 17 al 25 giugno. Una gustosa anteprima alla quale hanno partecipato numerosi sia i cittadini che le autorità, nelle persone del sindaco Vincenzo Napoli e dell’assessore alla Cultura Ermanno Guerra. 

Grande scrittore, attore, editorialista e saggista, Jacobson ha divertito la platea salernitana con il tipico humor inglese o, come lui stesso ha definito, ebraico. Un excursus della sua vita e delle sue opere, infatti, ha caratterizzato questo incontro, mettendone in luce un interessante intreccio. 

Nato in una famiglia ebrea non particolarmente praticante, lo scrittore ha sempre sentito distintamente le due figure genitoriali: il papà, percepito come clown semi serio, quasi un prestigiatore e la mamma, spirituale, ascoltatrice, lungimirante. Da qui il suo legame intimo con le figure femminili dei suoi romanzi, che sono anche donne bellissime e l’ammirazione per le eroine della Letteratura del XIX secolo, narrate da autrici come Jane Austen o le sorelle Brontë. 

“Pussy”, il romanzo ispirato a Donald Trump

La serata è stata anche un’occasione per presentare il suo ultimo romanzo, non ancora tradotto in italiano, dal titolo inequivocabilmente femminile: Pussy. Questo libro, dall’ironia feroce che fa riflettere, è incentrato sulla figura di Fracassus, un indolente rampollo di ricca famiglia che crede di essere la reincarnazione dell’imperatore Nerone e che, soprattutto nel ritratto della copertina, somiglia incredibilmente al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. 

Un caso? Niente affatto, se si pensa che è un misogino sessista esattamente come lui, con un vocabolario così  ristretto da usare “prostituta” come sinonimo di donna. Trump viene infatti giudicato un uomo senza parole. “Le parole possono salvare da una prigione di ristrettezza mentale” afferma Jacobson, che ritiene assurdo l’avvento di un personaggio così ridicolo come quello di Trump, definito dallo stesso “un’aberrazione mostruosa”. 

Inevitabili i riferimenti alla politica estera come quella degli U.S.A. ed il parallelismo con la Brexit inglese, spaziando su battute mordaci e teorie interessanti sul signor Trump. Jacobson ha lasciato intendere, neanche tanto velatamente, una critica nei confronti dei suoi elettori e di come abbiano permesso ad una caricatura come lui di affermarsi. Questo però non fa ridere. 

La comicità è per lui un modo di ribaltare un mondo sbagliato, un’arma di derisione potente come la satira degli Antichi Greci, per sottolineare come l’ottusità abbia portato alla delusione verso la Democrazia. 

È curioso come,  a detta dell’autore, nessuno scrittore americano abbia provato a leggere il suo racconto, o come a nessuno di loro sia mai venuto in mente di scriverne uno simile. [ads2]