Ho imparato a sognare è il quarto e ultimo singolo estratto da XXX, terzo album dei Negrita, che è diventato anche disco di platino, superando le 100.000 copie vendute
Ho imparato a sognare è una canzone quasi cult della fine degli Anni ’90 ed è stata resa ancor più celebre dalla sua presenza, in forma quasi integrale, nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo, Tre uomini e una gamba del 1997; il brano è una sorta d’inno che i Negrita elevano a voler descrivere quel mondo interiore di sogni che fa parte della quasi totalità di ognuno di noi.
Ho imparato a sognare / che non ero bambino / che non ero neanche un’età / Quando un giorno di scuola / che durava una vita / e il mio mondo finiva un po là / Tra quel prete palloso / che ci dava da fare / e il pallone che andava / come fosse a motore / C’era chi era incapace a sognare / e chi sognava già
Ho imparato a sognare / e ho iniziato a sperare / che chi c’ha d’avere avrà / ho imparato a sognare / quando un sogno è un cannone, che se sogni / ne ammazzi metà / Quando inizi a capire / che sei solo e in mutande / quando inizi a capire / che tutto è più grande / C’era chi era incapace a sognare / e chi sognava già
Tra una botta che prendo / e una botta che do / tra un amico che perdo / e un amico che avrò / che se cado una volta / una volta cadrò / e da terra da lì m’alzerò / C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò
L’essenza della canzone che, come detto, tende a essere universalista, ci è data dalla prima strofa: viene descritto un contesto comune a tanti di noi, come la partita di pallone, la scuola, la parrocchia e viene detto come già nella tenera età si è portati, quasi con naturalezza, alla dimensione onirica che si sviluppa ulteriormente nell’età adulta (e nella seconda strofa).
Sia nell’età infantile che in quella adulta viene sottolineato come ci sia un discrimine tra chi è capace di sognare e chi, invece, non ha questa facoltà. I secondi, magari, saranno meglio preparati nell’affrontare i colpi dell’esistenza; i primi, d’altra parte, magari si scotteranno di più nelle proprie disillusioni, ma, allo stesso modo, avranno nella propria vita anche una componente che li aiuterà a rialzarsi in ogni circostanza.
Questo nesso viene spiegato nella strofa che segue il ritornello, densa e piena di significato:
Ho imparato a sognare, / quando inizi a scoprire / che ogni sogno ti porta più in là / cavalcando aquiloni / oltre muri e confini / ho imparato a sognare da là / Quando tutte le scuse per giocare son buone / quando tutta la vita è una bella canzone / C’era chi era incapace a sognare / e chi sognava già
Tra una botta che prendo / e una botta che do / tra un amico che perdo / e un amico che avrò / che se cado una volta / una volta cadrò / e da terra, da lì m’alzerò / C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò
Dunque, il significato generale di Ho imparato a sognare è un invito a non rinunciare ai propri sogni, qualunque essi siano; un invito a perseguirli con forza e determinazione; oppure, in modo ancora più preciso, il brano è un’esortazione a non rinunciare all’atto stesso del sognare e del creare sogni, anche se di difficile realizzazione, perché, già di per sé, queste componenti hanno una notevole valenza esistenziale.