A vent’anni esatti dalla morte di Agostino Di Bartolomei, la Salernitana, sua ultima società di appartenenza, ha deciso di ricordarlo organizzando un evento all’Università di Salerno
30 maggio 1994 – 30 maggio 2014. Sono passati vent’anni da quando Agostino Di Bartolomei, indimenticato campione che riportò la Salernitana in serie B, decise di porre fine alla sua vita.
Nel ventennale della sua scomparsa la Salernitana, ultima società in cui ha giocato, ha deciso di rendere omaggio al campione romano proiettando, nell’Aula Magna dell’Università di Salerno il documentario a lui dedicato, “11 metri” di Francesco Del Grosso, che ripercorre la vita di Ago. Rivivono le vittorie con la maglia della Roma fino alla conclusione della carriera con indosso il granata della Salernitana, passando per il controverso passaggio al Milan. Agostino Di Bartolomei viene fatto conoscere non come calciatore, ma come uomo, nella vita privata, attraverso il racconto della moglie Marisa, dei figli Luca e Gianmarco e di tanti amici e suoi ex compagni di squadra.
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Presenti all’evento Enzo Pastore, presidente del comitato regionale Figc Campania, l’Assessore al Turismo Enzo Maraio e il giornalista Giovanni Vitale che ha raccontato episodi vissuti con Ago; in aula c’era anche il giornalista RAI Gianfranco Coppola.
Francesco Montervino, attuale capitano della Salernitana in scadenza di contratto, è intervenuto così: “Non è la prima volta in questo mese che presenzio a manifestazioni in cui si parla di Agostino di Bartolomei. È un personaggio che ha lasciato un messaggio e un segno indelebile in questa città; oggi il calcio è cambiato, non ci sono le penne di una volta come non ci sono più i calciatori bandiere di una volta. Qualcosa in comune con Di Bartolomei ce l’ho: io sono tarantino e lui ha giocato la sua ultima partita contro il Taranto. Quest’anno abbiamo avuto l’onore di disputare la finale di Coppa Italia con la maglia identica all’ultima indossata da Agostino Di Bartolomei. La Coppa è stato il primo vero trofeo vinto dalla Salernitana; la partita, tra l’altro, non era iniziata bene perché perdevamo. Non so se ci sia stata la sua mano, però per noi era un dovere dedicargli la Coppa per onorarlo. Per me, da capitano, è stato bello alzarla al cielo. Ci tengo a dire che dare il giusto esempio ai giovani oggi è molto più difficile rispetto a qualche anno fa. Sono stato orgoglioso di aver indossato quella maglia nella finale di Coppa e aver portato in alto quei colori anche se le epoche sono cambiate e i giovani sono diversi”.
Impossibilitati a essere presenti in aula il figlio di Ago, Luca Di Bartolomei, Giancarlo Ansalone e Paolo Sorrentino che hanno fatto pervenire un messaggio. Dopo la proiezione del film c’è stato il dibattito con il regista, Francesco Del Grosso, che spiega: “Ho partecipato a tantissime proiezioni del film, ma devo complimentarmi con la Salernitana per aver deciso di ricordare Agostino all’Università. Il progetto di realizzare un documentario è nato parlando con Luca, Marisa e i produttori per cercare di capire se era possibile far conoscere la figura di Agostino anche fuori dal campo. Un film che andasse oltre la figura del calciatore; quando mi sono reso conto che c’era un universo dentro Di Bartolomei, abbiamo deciso di avventurarci in questo documentario che è stato presentato al Festival di Roma”.
Foto a cura di Alfonso Maria Salsano