In giorni di quasi fine estate, comunque a fine stagione balneare, la Guardia Costiera di Palinuro è intervenuta per “liberare” da attrezzature abusive le spiagge “dei Francesi”, “della Sciabica” e “dei Gabbiani”
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La Guardia Costiera di Palinuro in questi giorni, che ormai preannunciano la fine dell’estate, ha portato a conclusione la propria operazione per “liberare” da attrezzature e strutture balneari abusive le spiagge “dei Francesi”, “della Sciabica” e “dei Gabbiani” raggiungibili soltanto via mare – come si legge testualmente nel comunicato della Capitaneria.
Attività abusive che, come riconosce la stessa Guardia Costiera, costituivano veri e propri stabilimenti i quali, di fatto, impedivano l’uso pubblico ai cittadini.
Se va elogiato l’intervento delle autorità pubbliche che risponde alla logica della tutela del demanio marittimo, tuttavia il Codacons Campania ne sottolinea l’intervento tardivo: perché si è intervenuti soltanto sul finire della stagione balneare?
Codacons Campania denuncia quindi l’attività degli abusivi e i loro introiti illegali – ovviamente non dichiarati al fisco – laddove si è arrivati a chiedere anche 30 euro per una sdraio o un ombrellone.
Questi tratti di costa di alto pregio naturalistico, che ricadono nel perimetro della Riserva Marina degli Infreschi, sono stati lasciati troppo a lungo nelle mani di abusivi privi di qualsiasi concessione, permettendo che venisse limitato – se non addirittura impedito – l’uso del pubblico demanio.
Per tutto questo il Codacons Campania ha chiesto chiarimenti al Comando Generale delle Capitanerie di Porto e alla Guardia Costiera di Palinuro ed ha fatto formale richiesta degli atti su eventuali segnalazioni da parte dei bagnanti sull’occupazione abusiva delle spiagge protette.
“Non è la prima volta” – ha affermato l’Avv. Pierluigi Morena dell’ufficio legale del Codacons Campania – “che rileviamo che le attività di effettiva tutela del demanio avvengano sul finire della stagione balneare, non è la prima volta che denunciamo come – al di là dei riconoscimenti formali delle riserve marine – manca del tutto un’effettiva attività di protezione e valorizzazione”.
“L’associazione, con un proprio rappresentante nella Commissione della Riserva Marina di Castellabate – ha continuato l’Avv. Morena – in tante occasioni ha chiesto all’ente Parco e al Ministero dell’Ambiente di convocare riunioni per affrontare, in termini concreti, i problemi dell’area marina o per avviare politiche di vera valorizzazione. Richieste cadute nel vuoto, con le proposte del Codacons neppure prese in esame da una Commissione che non si riunisce da oltre un anno”.
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