Prima conferenza stampa per Angelo Gregucci, che domani ritornerà sulla panchina dell’Arechi a distanza di nove anni.
Le prime parole che il vecchio-nuovo trainer spende sono per i due patron e poi spiega come intende affrontare queste partite che restano da qui alla fine del campionato: “Ringrazio Marco Mezzaroma e Claudio Lotito che, insieme al direttore Fabiani, mi hanno riportato a Salerno. Il nostro mini-campionato è ancora più mini, dovremo affrontare partita per partita e, per ogni scoglio che supereremo, si apriranno scenari nuovi. Oggettivamente ci sono delle difficoltà, bisogna lavorare, lavorare e lavorare, e se gli altri si allenano due volte noi dobbiamo farlo per tre volte. Questo mi ha insegnato il calcio, altri ingredienti per uscire dalle difficoltà non le conosco”. Gregucci spiega poi ciò che vuole: “Il concetto che si andrà a ricercare è quello della squadra, non esiste il singolo perché solo un giocatore bassino e ricciolino vinceva le partite singolarmente. Si vince in undici, si perde in undici, chi lavora duro e merita di giocare, giocherà. Voglio una squadra compatta, che sappia reggere le difficoltà e possa rendere orgoglioso il popolo che rappresenta. La sconfitta peggiore è quando i tifosi salernitani sono andati via prima, non dovrà mai più succedere, considerando la passione che accomuna i tifosi”.
Sulla sua idea di Salernitana: “Speriamo di giocare un calcio bello, rappresentativo, orgoglioso, però il valore aggiunto sarà la nostra gente, non mi sono dimenticato Salernitana-Catania o Salernitana-Ascoli, la palla entrava da sola. La prima conquista sarà con la nostra gente. Devo aggiustare determinate situazioni e conoscere le gambe dei calciatori, questa settimana mi è servita per conoscere i cervelli. Io ho sempre prediletto un gioco esterno, giocare fuori per arrivare dentro, sarà 4-3-2-1 o 4-2-3-1, il presidio del campo avrà un privilegio: la corsia esterna. Sarà una squadra equilibrata. Bisogna aprire un nuovo ciclo che non è di dodici partite che saranno dodici finali, sarà partita per partita la vita o la morte del nostro campionato, è semplicissimo. La Salernitana non può, deve fare molto meglio. Le difficoltà ci sono e non possiamo nasconderle, oltre i calciatori ci vogliono uomini. Ci sono priorità che vengono prima del sistema di gioco, l’obiettivo è riportare i 30.000”.
Gregucci si sofferma sul mercato, che ha portato otto volti nuovi e sette cessioni: “Non c’è mercato che soddisfi un allenatore, io ho dato priorità che sono state accontentate, avevo dato indirizzi e sono stato accontentato ma un allenatore non avrà mai il mercato perfetto. Con il direttore abbiamo operato con oggettiva valenza, non ci sono soldi, che priorità si vuole avere? Il mercato è semplicissimo, ho bastonato il direttore per due giorni al limite dell’esaurimento ed ho cercato di stabilire delle priorità, Cristiano Ronaldo e Messi non li avremo mai”, scherza il mister. “Un portiere era necessario prenderlo perché i due ragazzi hanno grandissima prospettiva, Berardi ha un grande avvenire ma dietro la porta della Salernitana ci vogliono altri giocatori” – continua Gregucci – “in questo momento voglio mettere a riparo Berardi, perché ha tutto il futuro davanti a sé e può solo crescere. Scommetto su di lui, è stato richiesto da molte società, ma sono stato io a volerlo far restare a Salerno, è di grande prospettiva”. L’obiettivo, oltre portare i tifosi allo stadio, è raggiungere i play-off, come chiesto dalla società al mister: “La proprietà ha chiesto di arrivare a raggiungere i play off, facendoci trovare preparati e per arrivare a quella data lì bisogna allenarsi già adesso. I play-off iniziano adesso. La condizione psicologica è fondamentale, successivamente quella atletica, bisogna vedere se la testa è accesa o spenta. Deciderò con i miei collaboratori come intervenire sull’aspetto atletico. La testa i giocatori devono necessariamente accenderla, la forma fisica può e deve essere migliorata”. Gregucci non si sente di chiedere nulla ai tifosi, anzi: “Noi non siamo in grado di chiedere niente a nessuno, dobbiamo far parlare il terreno di gioco, dobbiamo fare il calcio, non possiamo essere oratori. Andare a dire qualcosa a qualcuno in questi momenti è irriguardoso, dobbiamo parlare pochissimo, quasi niente, correndo sul campo di calci,o cercando di allenarci bene, avendo entusiasmo e stima, perché fuori la vita è molto difficile. Esorto i miei calciatori a vedere il mondo con ottimismo, perché fanno il mestiere più bello”.
Gregucci è il sergente che mancava, e afferma di non guardare i nomi ma di voler far scendere in campo chi merita: “Non esistono punti fermi nel mio progetto tattico, la squadra avrà mansioni e, chi lavorerà bene durante la settimana scenderà in campo. Devo scindere l’uomo dal professionista, a Ginestra sono affettivamente legato così come a tanti altri, però il campo è spietato, in campo contano le prestazioni e queste le fanno i calciatori. Ciò che non è mai cambiato sono gli uomini, a tutta la squadra ho semplicemente detto che nei momenti di difficoltà si vedono gli uomini, li cerco prima dei calciatori. Gli uomini andranno avanti, chi con più talento chi con meno, chi con più esperienza chi con meno”.
Il predecessore di Gregucci, Perrone, ogni domenica si lamentava del terreno di gioco dell’Arechi, però questo per il neo-mister non costituisce un alibi: “Il campo non l’ho visto, tutti mi raccontano che non è in buone condizioni, ma quando parlo di uomini che superano le difficoltà intendo dire anche questo, poi il terreno è lo stesso anche per gli avversari”. Un giocatore che nella precedente gestione non è stato impiegato bene è stato Foggia, pronto a tornare il giocatore ammirato da tutti con la maglia della Lazio e della Nazionale: “Sta bene, è a disposizione e l’ho visto motivato. Secondo me è stato molto performante quando faceva l’esterno, però può migliorare come tutti”. Per la partita di domani c’è un’ unica certezza: “Si partirà dalla difesa a quattro, non ho parlato con il mio predecessore perché è stata una settimana particolare. Bisogna scindere l’analisi tra la difesa e la squadra difensiva, questa squadra deve essere educata. Gioca chi è meritevole. Il lavoro di reparto non è sufficiente, ma è un comparto che può migliorare, però quella fase deve essere fatta da tutti. L’errore singolo nel calcio c’è e ci sarà, a me non interessa il singolo ma l’atteggiamento della squadra che non deve avere paura e deve avere coraggio, difendere meglio e difendere avanti. Il problema non è arrivare settimi o ottavi ma entrare e raggiungere un’ottimale condizione psico-fisica, coraggio, è una condizione indispensabile per giocare a Salerno e quindi il posto in classifica non mi interessa ma entrare da quella porta e dare alla squadra, con il lavoro, uno standard ottimale che abbia spostato il limite. Dobbiamo avere il coraggio di andare a vincere in casa degli altri”.
Foto Ianuale tratte dal sito ufficiale della Salernitana