Gone Girl, ecco il film migliore del Roma Film Festival 2014
[ads2] Il film della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma lo porta David Fincher (The Social Network, Fight Club, Il Curioso Caso di Benjiamin Button) e s’intitola Gone Girl (titolo italiano: L’amore bugiardo) per la sezione Gala. Gli interpreti sono Ben Affleck, il prossimo Batman del grande schermo, rinato al cinema dopo un periodo di stallo fin dal suo film Argo. Affleck piace molto nelle nuove vesti di autore e attore rinato in una veste più seria e curata.
Accanto a lui, l’attrice che si potrebbe definire la “ fidanzatina d’america”, la dolce e bellissima Rosamunde Pike che è molto maturata professionalmente, riuscendo ad affrontare temi complessi e film come questo.
Gone Girl tiene costantemente lo spettatore incollato alla poltrona e in tensione, come nei migliori film di Hitchcock, con intrecci e personaggi complessi. In effetti tutta la storia è costruita su questa scia, ma vi si riconosce il tocco di Fincher che predilige i colori scuri e una luce debole. Si potrebbe definire un film di notte.
E proprio il senso di oscuro e di mistero mantiene costante l’attenzione sulla vicenda di un uomo in cerca della moglie, scomparsa il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio. A un certo punto la polizia lo accusa di omicidio, anche se il cadavere non si trova. Partono da questo momento una serie di enigmi.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Gillian Flynn e racconta di un tema importante e attuale nella società contemporanea e che deriva però da un retaggio culturale precedente. Si tratta dei media e dell’apparenza che conta di più della sostanza. Quello che conta è ciò che si vede all’esterno, mentre tutto quello che è dentro non lo vede nessuno e una delle regole d’oro è “Se non si vede, non è mai successo”.
Sulla base di questa regola chiunque può far credere di sé quello che vuole, costruendo a regola d’arte una verità apparente che risulti accettabile per tutti.
Fincher in effetti ha raccontato la realtà contemporanea, dipendente ormai dal modello del reality e quindi assuefatta a una serie di cliché che vanno purtroppo onorati e dimostrati. Vale in questo caso, il discorso delle coppie che su Facebook si amano alla follia, spento il pc a stento si guardano in viso. In questo caso il titolo italiano non potrebbe essere più indicato per esprimere il dramma della nostra società che a poco a poco perderà definitivamente il contatto con la realtà.
Gli interpreti sono ottimi e Ben Affleck riesce perfettamente nel ruolo del marito e uomo mediocre, ma la Pike è stata la vera rivelazione del film. È perfetta in ogni espressione, sfumatura e difetto del personaggio.
Certamente uno dei migliori prodotti della stagione con un Fincher divenuto ormai garanzia di successo.