In questo clima di Mondiali, sentirsi patriottici è facile e unirsi per il sogno comune della vittoria, ci fa sentire fieri e orgogliosi
Improvvisamente non ci sono più classi sociali così diverse, non conta più l’età, il sesso, l’orientamento politico. Non si odia più il signore che ti ha rubato il posto auto né il vicino di casa con il cane troppo rumoroso, quello che alla fila ha scavalcato ed è passato avanti. Il mondo sembra fermarsi. Non ci sono più attriti in quei novanta minuti. C’è solo la speranza di vincere e di sentirsi parte di qualcosa che non è più in declino economico, politico, sociale. In Italia abbiamo questa tradizione di incollarci agli schermi, restare nelle scaramantiche postazioni di sempre e vivere la tensione di quei momenti come se in quel campo ci fossimo noi a correre. E mai, mai come in questi momenti, ci si sente parte di qualcosa di grande e forte.
In ogni paese, succede questo ogni quattro anni. E ci sono loro a testimoniarlo: i nostri Erasmus. Quelli del 2014 che si sono trovati qui quest’anno, nel periodo degli esami, lontano dai loro paesi, a tifare una squadra, la squadra del cuore.
“Sono cresciuta in Inghilterra, ma nel mio cuore mi sentirò sempre italiana”, racconta Daniela, una studentessa Erasmus arrivata a Salerno a febbraio. “Sono nata a Napoli e nella mia famiglia si è sempre respirata aria italiana. In Inghilterra noi, ogni quattro anni, siamo bloccati davanti agli schermi per tifare l’Italia. Quest’anno ho avuto la meravigliosa opportunità, di essere qui, in questo paese. Quello che mi porto nel cuore. Con l’Erasmus e questa magnifica esperienza di vita, posso dire di sentirmi ancora di più parte di questa Nazione. E anche se la prima partita è stata giocata contro l’Inghilterra, io non ho avuto dubbi e ho indossato la maglia azzurra e ho sventolato la bandiera tricolore”.
Alex invece, studente spagnolo anche lui qui in Italia per il progetto Erasmus, dice di tifare solo per la sua Spagna. “Credo che gli italiani non abbiano ancora digerito la sconfitta degli scorsi Europei. Ho notato che volevano fortemente la sconfitta della Spagna, cosi mi sono unito alla mia terra, anche se l’Italia mi ha adottato per questo anno”.
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Racconta Cindy, una ragazza francese, innamorata dell’Italia, di non amare particolarmente il calcio e di guardare, dei Mondiali, solo le partite dell’Italia. “Spero di tornare per il prossimo anno in Italia, per uno stage e siccome mi sento parte di questa terra, voglio unirmi a tutto ciò che ne fa parte, anche l’aspetto calcistico che a quanto pare, appassiona tanto la gente di questo paese”.
Ognuno ha la sua squadra e le sue motivazioni. Ognuno ha il cuore che batte per una terra, o per una squadra. “Io non amo il calcio, ma amo le belle partite. Per questo mi piacciono i Mondiali e anche se seguo con più passione le partite della Spagna, mio paese di origine, ora che sono in Italia, mi unisco ai festeggiamenti e al buon umore che questi Mondiali comportano”, conclude Elias, uno studente di Barcellona.
Insomma, con sportività parlando, facciamo gli auguri a tutti i tifosi sfegatati e speriamo vinca il migliore!