Giuseppe Gulotta parla della sua esperienza e del reato di tortura ancora non riconosciuto nel nostro paese facendo da apripista ad uno spettacolo che si ispira alla sua storia
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Un caso clamoroso di malagiustizia balzato agli onori della cronaca per il risarcimento plurimiliardario che ha ricevuto il suo sventurato protagonista, e non per la cecità degli organi preposti che hanno consentito che una simile ingiustizia venisse perpetuata per più di 30 anni. Giuseppe Gulotta ci introduce allo spettacolo che è andato in scena al Teatro Augusteo ieri pomeriggio e che ha tratto libera ispirazione dalla sua vicenda giudiziaria, che ha visto la conclusione definitiva solo nel 2012, con la risoluzione del risarcimento arrivata proprio nel mese di aprile di quest’anno, dopo 22 anni di carcere.
Presenti all’incontro con i giornalisti anche l’avvocato Giovanni Sofia e l’on. Rita Bernardini, che prendono spunto dalla vicenda di Gulotta per puntare i riflettori sul reato di tortura, che l’on. Rita Bernardini, ex segretaria dei Radicali, ha sempre posto in evidenza tra le sue battaglie parlamentari e di partito, ma che ancora non è reato nel nostro ordinamento giuridico. Se la tortura fosse stato reato, Gulotta sarebbe stato riconosciuto innocente molto prima rispetto a quando poi è avvenuto in quanto la sua confessione e il verbale incriminante gli vennero estorti dopo una notte di terribili sevizie e umiliazioni subiti nella caserma dei carabinieri in cui venne portato dopo l’arresto, fatto che emerse quasi subito e che fu evidenziato dalle stesso Gulotta, all’ora diciottenne, ma che non fu considerato rilevante e non gli evitó il carcere
Dopo la conferenza stampa è stato rappresentato lo spettacolo “Come un granello di sabbia”, scritto e diretto da Salvatore Arena e Massimo Barilla e che vede in scena lo stesso Salvatore Arena che racconta una storia vera capitata ad un normale cittadino, stritolato in un meccanismo più grande di lui. Salerno è la prima tappa di un tour programmato in Italia e che ha lo scopo di portare in giro lo spettacolo ma anche il suo messaggio, per non consentire di lasciar dimenticare la terribile vicenda di Giuseppe Gulotta e accendere i riflettori sulla battaglia per l’inserimento del reato di tortura nell’ordinamento giuridico Italiano.
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