Giovanni Allevi presenta alla Feltrinelli di Napoli il nuovo lavoro discografico, e stupisce tutti con un’esibizione live (sfoglia la gallery)
A margine di una giornata piovosa e priva di raggi solari, Napoli s’illumina della radiosità di Giovanni Allevi. Nel tardo pomeriggio di giovedì 22, alla Feltrinelli di via S. Caterina a Chiaia (indiscusso salotto culturale di Napoli) a due passi da piazza dei Martiri, il musicista marchigiano ha presentato Love.
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Il suo nuovo album consta di 13 brani per solo piano, una consacrazione dell’amore, e non solo nell’accezione romantica del termine, ma in tutte le sfaccettature che esso può assumere, quali ad esempio quello sacro o familiare, senza tralasciare l’amore per se stessi, forse il più difficile. L’amore come unica fonte di salvezza.
Il pianista-compositore, accolto dall’ovazione dei presenti, subito manifesta con carisma le sue intenzioni: poche parole, ma tanta voglia di sedersi al pianoforte e suonare. Giusto il tempo di raccontarci un aneddoto, relativo al pianoforte di fabbricazione viennese utilizzato per registrare Love. Dopo la consegna, il suo accordatore di fiducia smonta e rimonta i martelletti, per accordarlo con solerzia, nell’intento (riuscito) di creare una perfetta simbiosi tra lo strumento stesso ed il suo suonatore. Quasi a voler dire che il piano “parli” con il timbro della voce, voce dell’anima, di Giovanni Allevi.
L’artista, con quel suo modo all’apparenza timido, ma che in effetti altro non è che riserbo, rammenta il suo Piano Solo Tour 2015, durante il quale saranno eseguiti dal vivo anche le tracce di Love, dapprima in giro per l’Europa e poi in Italia. E non nasconde una certa ansia in vista del prologo del 27 febbraio a Londra, dove per la prima volta suonerà ufficialmente tali brani. Ansia mista a quella bramosità di misurarsi in sfide nuove, e sempre più ardite.
Alla Feltrinelli un breve dialogo, poi il repentino abbandono del microfono per raggiungere il pianoforte. La luce calata d’intensità ed il simultaneo silenzio tombale dei presenti evocano un’atmosfera di misticità. Nella penombra, le sue mani sfiorano la tastiera, i martelletti percuotono le corde ed esse, vibrando, traducono in armoniche onde sonore la sequenza di note pensata dal compositore. Giovanni Allevi suona la sua musica con passione. Pulita, semplice e divertente, che intrattiene e non annoia. Una musica svincolatasi dalla tradizione conservatoristica e da quella eurocolta, ma non per questo priva di una sua estetica e poetica. Aspetto che ha senz’altro contribuito alla sua consacrazione artistica, diventando uno dei più apprezzati musicisti, sia per consensi che numero di vendite. E ciò nonostante la critica non converga ad un giudizio uniforme, sia sull’artista che sulla relativa produzione.
“La musica non è fatta di note corrette, ma di passione, dedizione, intenzione travolgente”. Ecco il suo motto, discutibile certo. Però Giovanni Allevi ha talento, e questo è fuori discussione. Lui compone e suona per suscitare emozioni, in sé e per chi l’ascolta. Da molti è stato definito un compositore di musica classica contemporanea, identificazione che conferma di apprezzare, sottolineando, al tempo stesso, però, come lui voglia sentirsi al di fuori di qualsiasi definizione, in quanto semplicemente compone e suona musica col cuore.
Dal piano non vuole staccarsi, e dalle due tracce in scaletta quasi quasi ci suona metà album: sono i manager a ricordagli che l’attende il consueto firma-copie e qualche selfie con i tanti fans. Giovanni Allevi tornerà in città il prossimo 30 Marzo, al Teatro Augusteo, tappa napoletana del suo Tour 2015.
Sfoglia la galleria fotografica (Foto a cura di Pietro Avallone. I diritti sono riservati)
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