Linea d’ombra quest’anno ha scelto come tema non un’affermazione, ma una domanda: “Smart life/Vita Intelligente?”. Nella serata di ieri Giobbe Covatta è intervenuto come ospite per una intervista dal titolo: “Quel che ho capito dei Monty Phyton”.
Cosa ha a che fare il comico campano con il gruppo di comici inglesi? Sicuramente ad accomunarli è la comicità “smart”, intelligente. Il problema della comicità oggi, secondo Covatta, è che il pubblico non è in grado di recepirla non avendo più a disposizione strumenti di conoscenza perché annichiliti da una informazione scialba, superficiale e da un’istruzione poco qualificante.
Quale fu infatti il vero successo dei Monty Phyton, in Italia semi sconosciuti nonostante una produzione decennale di video e di film? Questi comici avevano una istruzione di altissimo livello, provenivano da Università di Cambridge o Oxford e riuscirono a trasferire queste competenze intellettuali nel registro comico. Questo senza la paura di non essere compresi: la comicità funziona se il pubblico comprende di cosa si sta parlando e, in questo caso, gli sketch del gruppo inglese sull’arte, sui filosofi e i film vagamente storici sotto forma di parodia (si veda” Monty Phyton and Holy Grail”), riscontrarono un notevole successo di pubblico, di quello almeno in grado di comprendere i riferimenti culturali che si distorcevano nei moduli della satira.
Tra le produzioni ancora da ricordare dei Monty Phyton sicuramente Il senso della vita (“The sense of life”), che nel 1983 vinse il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, e ancor prima (del 1979) il film Brian di Nazareth (“Life of Brian”), una satira così tremenda alla religione e alla vita di Cristo, che arrivò in Italia solo nei primissimi anni ’90. Bastano questi due titoli per farci finalmente comprendere perché Covatta può essere accumunato al gruppo inglese: i temi trattati, il modo satirico e la battuta arguta, intelligente che richiama il teatro dell’assurdo: uno dei primi titoli che ha dato visibilità a Giobbe Covatta come autore comico è stato “Dio li fa e poi li accoppa” (pubblicato nel 1999), una parodia della Creazione e del Diluvio Universale della Bibbia.
Partendo proprio dall’interrogativo che dà il titolo alla diciottesima edizione del festival, il comico napoletano ha descritto i paradossi della società moderna, tanto proiettata verso la conquista tecnologica ma, al contempo, alle prese con dati poco felici riguardanti l’economia globale, le prospettive di vita, l’alfabetizzazione dei paesi in via di sviluppo, aspetti ben lontani dalla definizione di “vita intelligente”. Diversi i temi trattati nel suo intervento: partendo da una futuristica descrizione della situazione politica italiana del 2018, Covatta descrive Berlusconi come un novello Ulisse che dopo un lungo pellegrinaggio costellato da incontri con strani personaggi (Ruby, Cicchitto, Santanchè, Fede), riesce finalmente a giungere ad Itaca dove ad attenderlo vi è il fedele Bondi-Argo.
Non va sottovalutato l’impegno sociale che ha portato il comico napoletano a visitare più volte alcuni paesi africani e del centro America (Tanzania, Somalia, Perù), sostenendo cause e progetti per organizzazioni senza scopo di lucro (in primis AMREF e Save the children). Tale impegno è stato lungamente elogiato nel corso della serata, grazie anche alla visione di alcuni spot realizzati proprio a sostegno di queste iniziative e, soprattutto, attraverso la narrazione di alcuni aneddoti legati a questa esperienza.
Nella seconda giornata del festival proseguono le sezioni competitive di Visioni, con le proiezioni del secondo blocco di opere in concorso per CortoEuropa e degli ultimi tre titoli in gara delle Web Series selezionate da Progetto IMMaginario 2.0 di Perugia. Protagonista della sezione Suoni sarà il trio Trinità, composto dal blogger Diego “Zoro” Bianchi, il musicista Roberto Angelini e il trombettista Giovanni di Cosimo, che porterà in scena uno spettacolo all’insegna dell’improvvisazione e della contaminazione. Per la sezione Segni alle ore 19 è previsto il dibattito sul tema “Capitalismo Intelligente (?)”, con gli interventi di Massimo Amato, docente della Bocconi, Andrea Ranieri, consigliere di amministrazione Isfol, e Guido Viale, economista ed esperto di Green Economy.
A cura di Anna Lisa Vitolo e Valeria Polverino