C’è tantissima musica nel “D’amore d’autore” tour di Gianni Morandi che ieri ha condotto il Palasele di Eboli in un viaggio di quasi tre ore tra i suoi più grandi successi, messi in scaletta nel segno dell’amore e del cantautorato
“Canzoni, d’amore….. che fanno ancora bene al cuore….” Così canta Gianni Morandi a metà serata quando, accompagnato dalla folla, intona uno dei suoi più grandi successi: “canzoni stonate”, anche se in realtà di esse ieri sera non ce n’è stata neanche l’ombra. Quelle sopracitate e relative al sentimento più nobile che esista, invece, costituiscono il leit motiv dominante di “D’amore e d’autore”, ultima fatica discografica del cantante emiliano pubblicata lo scorso 17 novembre e da cui è scaturito il tour omonimo che ieri sera ha fatto tappa al Palasele di Eboli con la prima delle due date previste per la Campania.
In scena un elegantissimo Morandi, intento più volte durante la serata a districarsi tra diversi cambi di giacca, accompagnato da una band giovanissima che,insieme al cantante, facilita la rottura del ghiaccio iniziale intonando le note di “Dobbiamo fare luce” prima , e di “Se perdo anche te” poi. Due pezzi probabilmente non scelti a caso ma sfruttati per dettare immediatamente la linea da seguire durante l’intera serata.
Oltre che del progetto discografico,infatti, il sentimento amoroso unito al cantautorato è anche il filo conduttore dell’intero spettacolo imbastito da Morandi che, nel presentarlo in apertura di serata scherzando con chi gli consiglia di smettere (“Si e poi che faccio oltre a leggere un libro o coltivare l’orto?”), conferma quanto affermato salutando il pubblico e ringraziandolo per la “partecipazione a quello che è un concerto fatto interamente di canzoni d’amore sia vecchie che nuove.”
E di musica in scaletta effettivamente ce n’è davvero un bel po’, scelta in modo quasi certosino per creare un mix perfetto in grado di unire i classici di sempre con le creazioni più recenti. In quest’ottica vari evergreen come “Occhi di ragazza”, “Fisarmonica”, eseguita in un atmosfera di luci color porpora, e “Scende la pioggia” , si uniscono, tra le altre, alle giovanissime “Ultraleggero”, “Mediterraneo” e “Un solo abbraccio” per condensare oltre 40 anni di carriera in quasi tre ore di show. Il ritmo incalzante e l’accenno elettrico di “Bella signora”, il twist di “Banane e lamponi” e le luci color oro che creano un grande sipario sul palco mentre viene intonata “Uno su mille” aggiungono altri tasselli al grande quadro, in cui trova un po’ di spazio anche il mare di “Caruso”( “una canzone che mi commuove sempre”), presentata da Gianni come omaggio a Lucio Dalla ed in grado di raccogliere una meritata standing ovation.
Dall’altra parte della barricata rispetto al pubblico, traspare chiaramente la semplicità dell’eterno ragazzo di Monghidoro che tra gli accordi alla chitarra acustica, i giri continui lungo tutto il perimetro del palco e le battute ironiche rivolte ai presenti (“Come va?? Il volume è troppo alto?”), cerca anche di mettersi più di una volta volutamente in ombra per lasciare la scena alla voce delle coriste che lo accompagnano in diversi duetti ben dislocati durante tutta la serata. Ed osservando tutto ciò diventa palese che, in barba ai tanti ammenicoli tecnologici sempre più diffusi nell’industria musicale attuale, Morandi riporta la sua esibizione al passato, quando a fare show ci pensavano solanto la musica ed un microfono.
Galleria fotografica a cura di Alfonso Maria Salsano: