Gbemontin, la vita ritrovata: un libro per raccontare il miracolo della vita che si rinnova nel dramma africano e che illustra la vita ritrovata a Gbemontin da chi offre il suo servizio e chi lo riceve
[ads1]Una delle parole-chiave della spiritualità cristiana è servizio.
La vita del fedele è vita ritrovata in Dio, che si riscopre nel servire l’umanità sofferente.
Quella dell’amore dimostrato nel dono di sè è l’esperienza che da anni vive l’Associazione ONLUS Konou Konou Africa e che da Dicembre è presentata al mondo attraverso un libro del suo presidente, dott. Enrico Di Salvo, già direttore della UOC di Chirurgia Generale e del pre e post trapianto dell’AOU Federico II, arricchito dagli scatti del fotografo Fabio Burrelli, che ha documentato la diciassettesima missione in Benin dell’Associazione.
L’associazione è laica e in essa non operano esclusivamente cristiani ma questo articolo prende le mosse da una simile considerazione perchè il sentire cristiano è stato uno dei cardini su cui si è sviluppato l’incontro a presentazione del libro “Gbemontin, la vita ritrovata“ tenutosi oggi in Palazzo di Città.
Coordinato dalla dott.ssa Alessia Maccaro, l’argomento è stato introdotto dal vicesindaco Eva Avossa; lo hanno discusso il dott. Bruno Ravera, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, il Professore Emerito di Filosofia Morale, Giuseppe Lissa.
Presente era anche la madre di Fabio Burrelli, il Dirigente Medico di Anestesia e Rianimazione al Cardarelli Carla Maglione; è intervenuta anche Giada Mazzoni, Specializzanda in Chirurgia Generale all’Università di Napoli Federico II.
Ha tratto le conclusioni dell’incontro il prof. Enrico Di Salvo.
Il vicesindaco ha puntualizzato come, anche se i proventi di questo libro saranno devoluti ad un Centro per i bambini polihandicappati con gravi disabilità motorie, i veri beneficiari saranno i lettori, che ne saranno certamente edificati.
Ha parafrasato poi papa Francesco nel dire che solidarietà non è elemosina ma salvaguardare la dignità del prossimo, proprio come avviene nell’ospedale gestito da Suor Julia Aguia.
Questa francescana e il suo carismatico amore a Dio nel donarsi agli uomini è il motore non solo di tante meravigliose missioni in Africa ma è anche il centro del libro “Gbemontin, la vita ritrovata“: il dott. Ravera ha detto che da “credente, magari inquieto” è lampante in questo libro “l’autentica carità cristiana“.
Su questa scia il prof. Lissa ha annotato come le esperienze del libro denotino un esperimento di umanesimo cristiano, significativamente incarnato da questa “suora tutta compresa, compenetrata di Fede“.
Con una spiccata sensibilità ha annotato come, nonostante il dilemma sull’esistenza di Dio imposto dalle brutture dell’esistenza, come il dolore dei bambini, si contrapponga lo “spettacolo di gioia offerto da un’anima cristiana quando è tutta compresa di Fede“.
Molto toccanti anche le testimonianze della dott.ssa Carla Maglione e della dott.ssa Mazzoni, entrambe medici volontari nelle missioni.
Nella sua sensibilità, la prima ha detto di sentirsi “turista della solidarietà” perchè può svolgere il suo servizio per un tempo limitato, sebbene ogni anno, al contrario di Suor Julia Aguia.
La dott.ssa Giada Mazzoni, ha fotograficamente esposto la sua esperienza e poi ha raccontato come in Africa tutto sembri amplificato: dalla natura con i suoi insetti, al dolore nelle sue malattie e nelle emozioni che suscita.
Nella sua delicatezza, ha saputo trasmettere commozione a tutti i presenti che gremivano la Sala del Gonfalone di Palazzo di Città.
Nelle sue conclusioni, il presidente Di Salvo ha tirato un po’ le somme di quanto è stato detto; ha ringraziato i presenti, quanti sono intervenuti, ha ribadito l’importanza del libro quale testimonianza e ha raccontato del suo rapporto con Suor Julia.
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