Frida, associazione contro la violenza di ogni genere, di Cava de’ Tirreni, ha bisogno di aiuti concreti, per continuare ad aiutare
Frida, associazione contro la violenza di ogni genere di Cava de’ Tirreni, da anni lotta al fianco degli ultimi.
Grazie alla presidente, Alfonsina De Filippis e ai legali, medici, psicologi che, gratuitamente e volontariamente, offrono il proprio contributo professionale, Frida riesce ad aiutare, senza volere nulla in cambio. Eppure questa dura lotta, non può essere affrontata senza l’aiuto indispensabile delle istituzioni.
La storia della signora A ne è un esempio e a raccontarlo è proprio la presidente: “Dal 14 aprile la signora A ha sporto denuncia raccontando e denunciando il compagno violento. Da quel giorno noi di Frida ci stiamo prendendo cura di lei e dei suoi figlioli e i nostri legali (avv. Mario Secondino e Andrea Paolillo in collaborazione con l’avv. Irene Santini di Viterbo), hanno attivato tutte le procedure per poterla aiutare. In una società civile questo dovrebbe bastare… non qui! A nulla, fino ad oggi, son servite le nostre comunicazioni… pare che la burocrazia non tenga conto dei disagi e delle sofferenze di chi è vittima, delle donne, dei minori. La signora non è di Cava e questo pare sia un ulteriore problema….”competenza mia, tua, sua…..” e in questo marasma di notizie, fax, mail, suggerimenti, richieste, indicazioni, lettere, i bambini non vanno a scuola (e l’obbligo scolastico?), la signora vive accampata in case messe a disposizione dalle amiche di Frida e non è possibile trovarle lavoro perché non sappiamo quando e dove dovrà trasferirsi! La notizia di questa vicenda è stata pubblicata da molti quotidiani e qualcuno s’è risentito (…) bene, son contenta che sia accaduto! Ma dopo il risentimento che ne dite di darvi una mossa? La signora e i suoi bambini, domani dovranno lasciare l’abitazione in cui vivono…non è possibile metterla sotto un ponte visto che qui a Cava quelli che c’erano son stati abbattuti. Ecco, questa è la situazione, come vedete le leggi servono a poco, la lentezza dei procedimenti è assurda e rende difficile la tutela delle donne e dei minori. La Tenenza dei Carabinieri della nostra città ha fatto e sta facendo tutto il possibile per darci una mano….ma non basta, bisogna che TUTTE le istituzioni preposte si attivino in modo veloce ed efficace, c’è bisogno di uomini e donne responsabili e coscienti del fatto che il disagio non ha certificato di residenza, va considerato problema di tutti! La storia di A. è una storia difficile ma non dissimile a tante altre di cui ci stiamo occupando e noi lo stiamo facendo con serietà, spirito di sacrificio e responsabilità….a titolo gratuito e senza nessun interesse occulto! Siamo indignati/e, ci sentiamo come in lotta con i mulini a vento, frustrati/e, abbattuti/e….ma non staremo in silenzio, continueremo a chiedere con voce sempre più forte e decisa……continueremo a lottare anche se con un po’ di tristezza nel cuore perché pensavamo fossero lontani i tempi in cui, per aiutare una donna, fosse necessario scendere in piazza! Noi siamo pronti a farlo, per A. e per tutte le donne che hanno bisogno di giustizia”.
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La lotta contro la violenza, non si combatte da soli. Quello che è accaduto alla signora A, può sembrarci lontano anni luce. Invece, potrebbe succedere a una nostra vicina di casa, un’amica, una figlia, una sorella, non possiamo e non dobbiamo ignorarlo.
Le istituzioni, in primis, hanno il dovere di aiutare e di proteggere, senza distinzione di sesso, razza, lingua o territorio.
“Aiutateci ad aiutare” Frida.