I Freak Opera portano il primo violino dal vivo all’Unis@und, per parlare di una rivoluzione, nera, perché effimera e non realizzata
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I Freak Opera sono quella musica che s’incontra per caso e da cui si fa difficoltà a staccarsi. Parole che graffiano, suoni che nel conflitto tra classica e rock, creano l’armonia, quella bella, che ti fa assaporare la sostanza delle cose.
La realtà, la società e la storia, i sentimenti e le ingiustizie, sono le tematiche che avvolgono i testi e gli arrangiamenti dei Freak Opera. Ospiti di Unis@und, per In the Air, portano il primo violino, Dario Patti, che dal vivo dona tridimensionalità sonora alla voce cavernosa e inimitabile di Rocco Traisci, accompagnando l’espressiva chitarra di Claudio Cesarano. Con loro anche Ninetta Scarico e Mario Paolucci.
Il tema dell’incontro/intervista è la rivoluzione, perché si parla del secondo album “Il libro nero della rivoluzione” (CLICCA QUI per leggere la recensione): una sorta di antologia di uomini e donne che hanno sperato, voluto, la rivoluzione, ma non l’hanno mai realizzata; una rivoluzione nera, irrealizzabile e irrealizzata, concetto effimero che appassiona, anima, ma non trova la giusta espressione sociale e culturale.
Logica prosecuzione del primo album, “Restate umani”, nel secondo il testo è alla ricerca di un senso profondo, di un legame reale tra musica (arte) e vita, per staccarsi dagli intellettuali da salotto, che a novant’anni vogliono avere l’ultima parola sullo stato culturale del paese. Chi arriva all’età della saggezza, deve invece avere il coraggio, l’onestà, di svelare le verità nascoste.
Con i Freak Opera si parla di omertà, sistema italiano che ha portato all’annullamento del diritto alla conoscenza; di umanesimo, invocato nel primo album; di rivoluzione culturale e concettuale, che nasce dal bisogno di tutelare l’elemento umano. Si passa da storie più intime alle grandi tematiche della Storia, per dichiarare, tra metafore e colpi allo stomaco, il degrado in cui stiamo marcendo.
“Basta leggere le notizie sui giornali, come dichiara Traisci – per capire dove è arrivato l’Occidente“, e continua Claudio Cesarano: “Nelle nostre canzoni c’è tutto, c’è dolcezza e violenza; non parliamo di rivoluzione violenta, ma delle coscienze“. Diversi i punti di riferimento, dai grandi intellettuali al calcio, arrivando fino a Matteo Salvatore, uno dei più grandi interpreti della canzone della “miseria”, imparando a leggere e scrivere a 35 anni.
I brani eseguiti dal vivo ricalcano il nesso che c’è tra “Restate Umani” e “Il libro nero della rivoluzione”, prelevando brani da entrambi gli album: Paura del sangue, Fino a domani, Pioggia d’agosto, Morte accidentale di un ladro di quartiere. Sonorità travolgenti, forti, emotive, che vogliono arrivare “a tutti i costi”.
È questa la mentalità musicale “salsiccia e friarielli“: riuscire a comunicare un senso del dovere verso la vita e le strutture politico-sociali, ma davanti ad un bicchiere di vino, in una lieta serata tra amici, da cui tutto prende origine. L’osservazione delle cose è il primo punto importante, è l’arena della creatività per il gruppo campano, i Freak Opera.
Sara Inverso e Mariano Mastuccino, i conduttori dell’incontro, entrano nei testi, provocano i musicisti, li lasciano riflettere, fanno domande concrete sullo stile musicale, e poi si soffermano sulla dimensione del tempo, forse una delle tematiche più avvertibili nella musica dei Freak Opera.
Da “Restate Umani”, Il passato fa schifo (brano d’apertura) e Avere novant’anni (brano di chiusura), raccontano un percorso esistenziale degli autori che è ancorato al presente, pur confrontandosi con il passato che ha lasciato troppe ombre e volontà smorzate, ma che mira ad una vecchiaia rilassata, che si gode i risultati delle esperienze maturate. Occorre agire oggi, dunque.
I Freak Opera provocano, ragionano tra loro, si domandano, percuotono. I campani possono imparare a far vibrare le coscienze sopite e adagiate, stanche di lottare e di corrompersi, accettare miseramente, scrivendo un libro “bianco” della rivoluzione.
Il gruppo campano sarà questa sera (16 maggio) al Bam di Sapri, alle ore 22.30, dedicandosi un fine settimana nel Cilento, per ritrovare un momento creativo e di unione, e provare a portare il terzo album ad una conclusione più chiara.
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