Per Franco Frattini “La priorità è lavorare per la stabilità del Mediterraneo” per arginare una situazione critica riguardante in primis l’Italia con risorse umane e cultura
[ads2]Franco Frattini, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, già Ministro degli Esteri e Vice Presidente della Commissione Europea e Commissario per la Giustizia, Sicurezza e Libertà ha tenuto all’Università di Salerno una Lectio Magistralis dal titolo Vecchi e nuovi scenari di crisi tra Mediterraneo e Medio Oriente allargato.
L’incontro, organizzato dalla Fondazione Universitaria dell’Università di Salerno, si è tenuto presso l’Aula delle Lauree Gabriele De Rosa (Facoltà di Scienze Politiche) alla presenza di tantissimi studenti della facoltà. Il Magnifico Rettore, il Prof. Aurelio Tommasetti, ha omaggiato Franco Frattini, ospite d’onore del suo campus per una lezione su una tematica attualissima.
“In un momento di profonda crisi economico-politica – ha detto il Prof. Tommasetti – ritengo sia fondamentale promuovere un dibattito perché è esplicitazione di un progetto che deve coinvolgere i giovani“. Secondo il Magnifico Rettore, l’Università ha una grande responsabilità: “deve porsi al centro del dibattito sociale” e formare le nuove generazioni per una “cooperazione politica, culturale, accademica e sociale“. Prima di salutare Franco Frattini e lasciare l’incontro per impegni istituzionali, Tommasetti ha concluso: “Per un contributo concreto alle nuove generazioni è importante dare l’avvio ad un ripensamento dei paesi e questo compito non può che essere dell’Università“.
Per la Prof.ssa Virginia Zambrano, organizzatrice dell’incontro accademico, Franco Frattini ha portato il campus di Salerno nel dibattito sul tema controverso del Mediterraneo e Medio Oriente. Solo in questo modo si può, infatti, “sollecitare il dibattito e stimolare la conoscenza“.
La lectio di Franco Frattini vuole, come emerge dalle sue parole, trasmettere dei messaggi che aiutino a capire il tema, senza pretendere di dare soluzioni; l’esortazione ai giovani è stata infatti questa: “Prendete questa mia lezione come un approfondimento alla vostra formazione“.
La prima cosa che emerge in modo precipuo è che il Mediterraneo si proietta a nord e a sud, oltre i confini comunemente definiti; per questo motivo “L’Europa deve, o meglio dovrebbe, considerare il Mediterraneo in cima alle sue considerazioni“. E ancora riferendosi al Mediterraneo ha continuato dicendo: “Questo è il nostro mare, il nostro vicinato e l’Europa non ha saputo e non ha voluto essere il luogo di leadership che la storia le assegna”.
Accanto all’incapacità dell’Europa ci sono altri elementi che giocano un ruolo importante: il “disimpegno americano” e i vari errori compiuti (di strategia, di sottovalutazione, di ritardo e nelle alleanze), che hanno privato la regione mediterranea della stabilizzazione.
Considerandosi europeista, Franco Frattini non ha esitato a dire che la svolta può avvenire solo con la leadership dell’Europa, una leadership politica più che economica. Riferendosi alla fisica, aggiunge: “Questa è la realtà: quando uno spazio viene lasciato vuoto qualcun altro lo riempie“. Il compito dell’Europa è quello di incoraggiare il “Valore aggiunto del Mediterraneo” inserendosi nello spazio vuoto. Spostando l’attenzione sul mondo musulmano, l’attenzione di Franco Frattini si è concentrata sui conflitti tra componenti del mondo sunnita, oltre quelli tra sunniti e sciiti.
In questa situazione critica caratterizzata da conflitti, assenza dell’Europa e disimpegno americano, per Franco Frattini “La priorità è lavorare per la stabilità del Mediterraneo“.
Franco Frattini ricostruisce la storia insanguinata di Siria, soffermandosi sulla sottovalutazione dell’Isis, “la minaccia più grande per Medio Oriente e Occidente“, e sul crollo della credibilità delle Nazioni Unite. Mentre il primo errore è stato il “prodotto della lentezza con cui la Comunità Internazionale ha avvertito il problema“, il secondo ha definito l’inefficacia dell’intervento umanitario, anche se è opportuno ricordare che l’Italia insieme alla Svezia ha attuato un programma per i rifugiati siriani.
E l’analisi dello Yemen fa drammaticamente emergere che lo stato può diventare, senza il dovuto impegno della Comunità Internazionale, “Un nuovo incubatore di terrorismo“. Inoltre, sfiorando la storia di Egitto e Tunisia, stati in cui il fallimento dell’Islam politico insegna che esso può fallire per motivi di governabilità, la lezione ha affrontato anche la triste storia della Libia e la sua battaglia persa per la pace. “La conclusione – secondo Franco Frattini – è che dobbiamo guardare a questi paesi come paesi chiave perché l’impatto dell’instabilità è diretta su di noi“.
La domanda, infine, che tutti si pongono è questa: Cosa fare?
Franco Frattini ha definito, con convinzione e ottimismo, “Due filoni su cui investire“: le risorse umane e la cultura. Bisogna investire sui giovani; conoscendo lingue, essendo informati e in contatto tramite i social network con il mondo, sono facili da reclutare per entrare nelle schiere dell’Isis. L’unica speranza è offerta dalla cultura: i libri sono le uniche armi che possiamo usare per sconfiggere i nostri avversari.
A proposito dell’importanza della cultura, Frattini ha posto un interrogativo, a cui l’Università di Salerno dovrebbe rispondere rimediando, “Perché non c’è un Erasmus euro-mediterraneo?“
Prima di passare la parola ai presenti per gli interventi, l’ultima dichiarazione di Frattini è stata questa: “Se mi chiedessero: tra tutti questi leader del mondo, chi è il leader che sta parlando al mondo, io risponderei Papa Francesco; egli dà sicuramente i messaggi più potenti che arrivano a destinazione“.
L’insegnamento di Papa Francesco è un valido modello da cui dovrebbero imparare i leader di tutti i Paesi del mondo.