Gli operai idraulico-forestali della Campania in sciopero davanti Palazzo Santa Lucia. Protesta civile con qualche attimo di tensione, ma ancora fumata nera dalla Regione
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Nella tarda mattinata di ieri, circa 600 lavoratori idraulico-forestali, dipendenti delle 20 Comunità Montane della Campania, si sono ritrovati a Napoli davanti Palazzo Santa Lucia, per la giornata di mobilitazione indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, con il coordinamento dell’ Uncem Campania.
Presenti al fianco degli operai, oltre i vertici sindacali, una decina di Sindaci ed alcuni Presidenti delle CC.MM.
Motivo dello sciopero, la rivendicazione dei fondi ancora non elargiti, destinati alle Comunità Montane ed agli altri enti delegati in materia di forestazione, che ad oggi, ammontano a circa 80 milioni di euro.
Totale scaturito dalla somma residua (per modo di dire, visto che si tratta del 50%) dei finanziamenti di cui avrebbero dovuto beneficiarne nel periodo 2011-2014. Numeri che, in parole, significano operai senza salario dai 9 ai 18 mesi. E’ bene sottolineare che questa disparità è dovuta ai diversi bilanci delle singole Comunità Montane e non a trattamenti di privilegio per alcune di esse.
La protesta prosegue in maniera pacifica, sui volti dei manifestanti, si legge sconforto ma anche tanta dignità. Intorno alle 16.00, un centinaio di forestali da via Raffaele De Cesare si spostano verso via Acton, dove bloccano l’ingresso della Galleria Vittoria.
Una mezz’ora di stop che crea non pochi disagi alla circolazione, poi tutto rientra nella norma con gli operai di nuovo a ranghi compatti davanti alla sede regionale di Santa Lucia.
L’atteso ed auspicato confronto delle 17 con l’assessore Daniela Nugnes, convocato dal Capo Gabinetto del Presidente Caldoro, viene disertato. Ad attendere i delegati regionali dei sindacati, i Sindaci ed i Presidenti delle CC.MM. non l’assessore, ma i dirigenti Diasco e Della Valle. Circostanza che riaccende gli animi tra i manifestanti, i quali si spostano di nuovo in via Acton bloccando il traffico all’altezza del Molo Beverello. Un’ora e mezzo di stop, che causa non pochi problemi alla circolazione napoletana ed i cui effetti si ripercuotono anche sull’arteria di Corso Umberto.
Ancora una volta il Governo Caldoro si dimostra non all’altezza della situazione, l’ennesima manifestazione di inadempienza a fronte del problema. Le Comunità Montane hanno sempre dovuto affrontare nel corso degli anni problemi in merito al reperimento dei fondi necessari al loro sustentamento ma mai hanno versato in una simile situazione quale quella attuale.
Vero che, dal 2008, esse non dipendono più dal Ministero dell’Ambiente e che quindi tutto grava sulla Regione, ma vi era la possibilità di accedere a diversi fondi, a partire da quelli comunitari, poi i FAS ed ora gli FSC.
In serata giunge una nota del Presidente Stefano Caldoro, con la quale l’incontro di ieri è stato riconvocato per Venerdì 20 Marzo alle ore 10.30.
Speriamo sia la volta buona e che non si continui con il consueto gioco delle tre carte. Esplicito in merito anche Vincenzo Luciano, dell’Uncem: “ Ancora uno schiaffo ai nostri territori ed alle nostre comunità, che continuano a dare senza ricevere… Il Presidente Caldoro venga con l’Assessore e metta sul “tavolo” gli 80 milioni di euro di fondi europei non ancora corrisposti dal 2011 al 2014 alle CC.MM. Tutto il resto non può più interessarci! La nostra terra con le sue Istituzioni, le nostre montagne, la nostra gente e i nostri figli, sono stanchi di non essere considerati. Venerdì, saremo di nuovo a Napoli, e ci siederemo di nuovo a quel tavolo, forti di portare una visione produttiva, innovativa e strategica dello sviluppo del settore forestale”.
Dal web, informato dei fatti, i forestali intascano la solidarietà di Vincenzo De Luca, candidato del PD alla carica di Governatore alla prossima consultazione e principale antagonista di Stefano Caldoro.
Le Comunità Montane, oggetto di tante critiche mediatiche e considerate da molti uno spreco, sono in realtà, per la molteplicità di funzioni che assolvono, l’unico ente capace di effettuare una costante manutenzione ordinaria (e talvolta anche straordinaria) dei nostri territori, volta alla previsione dei dissesti idrogeolocici e ad una tutela ambientale attiva. Ragion per cui andrebbero valorizzate e potenziate, invece di essere indirizzate verso un inesorabile declino.
Questo sarà compito della prossima classe dirigente. L’unico auspicio, verso questa uscente, è che prima dello scioglimento del Consiglio Regionale vengano stanziate tutte le risorse spettanti agli enti montani per il periodo 2011-2014. E se ciò accadesse, che non sia un vanto in campagna elettorale, ma il giusto rimedio ad una situazione deplorevole.
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