Dalla tarda mattinata di ieri Martina Marraffa, una giovane neuropsicologa che vive a 700 metri dalle Fonderie Pisano, ha deciso di mantenere un presidio permanente contro la riapertura dell’altoforno a pochi giorni di distanza dalla sospensione delle attività avvenuta lo scorso 22 Febbraio. Siamo andati sul posto per raccogliere le sue dichiarazioni
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- Perché oggi hai deciso di iniziare questo presidio permanente? “Preso atto dell’assenza di magistratura e politica ho deciso di fare questo gesto, sento i miei familiari morti a causa delle Fonderie che si rivoltano nelle loro tombe. Provo pace a stare qui, non vivevo serena, piangevo ogni giorno a causa della drammaticità di questa storia e per l’indifferenza generale. Voglio rompere questo silenzio e stare qui. Hanno dimenticato tutti i morti che si susseguono da tre generazioni per colpa delle Fonderie: basta delocalizzazioni, basta tutto; chi inquina deve pagare, e anche molto caro”.
- Cosa pensi riguardo al comportamento tenuto dalle testate giornalistiche cittadine sulla questione Fonderie? “Devo riconoscere che un solo giornale, la Città, nella persona di Emilio d’Arco, si è interessato seriamente alla questione Fonderie Pisano. Hanno cercato di evidenziare tale realtà, ma purtroppo la voce di un solo giornale locale non basta a smuovere le coscienze dei cittadini salernitani, campani e italiani. Oggi viviamo un dramma nel silenzio, nessuno lo sa, la stampa tace e questo silenzio pesa: la questione Fonderie Pisano non fa rumore”.
- Dopo tutte le sofferenze e i lutti personali che hai vissuto, nutri qualche speranza nelle prossime elezioni politiche cittadine del prossimo maggio? “Tutto è in mano ai cittadini, la politica fin ora non ha funzionato e dubito che da maggio qualcosa di muoverà. Vorrei sapere dove sono gli abitanti di questa Valle avvelenata dalle Fonderie: i politici hanno le loro responsabilità, ma gli abitanti, le vere e proprie vittime hanno paura per la propria incolumità. Io voglio vivere, ma da stamattina, da quando le Fonderie hanno riaperto ho deciso di annullare tutti gli appuntamenti della settimana per stare qui in presidio permanente. Io voglio e devo combattere, spero di cambiare qualcosa”.
- E a proposito della magistratura? “Guarda, basta osservare l’ultima scandalosa sentenza emessa nel 2011: un patteggiamento ridicolo di 800 euro. Voglio sapere, adesso, che intenzioni hanno: sono stata personalmente in procura, e non ho ricevuto risposte, solo chiacchiere. I Pisano devono essere arrestati e si pensa alla delocalizzazione“.
- Per questa battaglia, ritieni che una sinergia con gli abitanti dei quartieri limitrofi sia qualcosa da stimolare? ” In zona c’è un solo Comitato, quello Salute e Vita gestito da Lorenzo Forte, che ora si sta riunendo a 70 metri da qui: però sono stanca di sentire l’ennesima organizzazione dell’ennesima fiaccolata da loro indetta. Non mi sembra affatto utile, forse è inutile anche questo gesto che sto perpetrando, ma non mi interessa”.
- Pensi che questo tuo gesto possa smuovere le coscienze di qualche cittadino? “Io sono disperata e le fiaccole non rappresentano la disperazione. Mi sono sentita profondamente offesa alla notizia della fiaccolata, va bene provare a fare delle cose, ma quando vedi che determinate azioni non portano a risultati concreti, va cambiata la linea di protesta”.
- Sei in disaccordo con la linea fin ora tenuta dal Comitato Salute e Vita, l’unico organo che lotta sul territorio contro le Fonderie? “Semplicemente ritengo che le azioni del Comitato non hanno portato a nessun risultato:l’azione di oggi era presente nella mia mente da anni, mi ero illuso che il provvedimento dello scorso 22 Febbraio potesse essere risolutivo ma così non si è dimostrato. L’ARPAC commissariata di Salerno sono venuti, hanno fatto una semplice chiacchierata, e nel giro di 48 ore l’altoforno è di nuovo in funzione, “risanando le criticità” con un poco di intonaco. Il Comitato ha promosso marce e azioni, ma l’unico dato è che oggi questo altoforno continua ad avvelenare questa città“.
Anche oggi, Martina continua il suo presidio permanente, come testimonia il suo profilo Facebook.
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