Fonderie Pisano, l’allarme ARPAC: emissioni fuggitive e inquinanti. Forte:’denunciamo gli Enti Pubblici’
SALERNO – ‘Ancora una volta avevamo, purtroppo, ragione: abbiamo appreso, nella giornata di ieri, che nell’ispezione del 1° luglio, da parte dell’ARPAC all’interno delle Fonderie Pisano, è stato accertato che le stesse continuano ad immettere veleni nell’aria, ovvero metalli pesanti non filtrati dai camini, tossici per la vita dei lavoratori e dei cittadini‘.
A parlare è Lorenzo Forte, presidente dell’associazione Salute e Vita, in merito all’ispezione ARPAC delle fonderie Pisano.
L’ispezione ARPAC
Il resoconto dell’ispezione segnala problematiche già da tempo denunciate dagli stessi cittadini, quali emissioni fuggitive, ovvero fumi non depurati”, gli stessi fumi che nel 2018 l’ARPAC definì “esiziali”, ovvero fumi mortali per i lavoratori delle fonderie Pisano e nello specifico la mancata applicazione delle BAT (“Best Available Technologies”, ovvero le migliori tecnologie in grado di garantire bassi livelli di emissioni di inquinanti), ma anche i mancati controlli relativi alle acque di scarico nel fiume Irno.
A tal proposito, l’ARPAC concorda nel segnalare la presenza di forti puzze che causano problemi di salute, quali mal di gola, mal di testa, oltre alla presenza di miasmi assimilabile a ferro bruciato.
Nonostante questo, sottolinea Forte, ‘la Regione Campania si è limitata ad una diffida semplice, che ha permesso, fino alla chiusura delle ferie estive, di continuare ad avvelenare la popolazione, anziché procedere, insieme alla diffida, ad una contestuale chiusura dell’attività fino a quando, la proprietà Pisano, non avrebbe adempiuto agli obblighi ed al superamento delle criticità’.
‘Pertanto denunciamo, ancora una volta, gli Enti Pubblici (Regione Campania, ASL e Comune di Salerno) preposti alla tutela della salute, in quanto hanno permesso, con le loro omissioni e con provvedimenti non adeguati e conseguenziali rispetto alle gravità riscontrate, di far svolgere un’attività che continua ad avvelenare da decenni e a rendere un inferno l’aria che respiriamo’.