Terzo appuntamento con la Poesia di Salerno Letteratura. I temi di questa lezione sono stati inconscio e ragione, Mito e follia
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Follia, inconscio e ragione, e Mito sono stati i temi di questo terzo appuntamento con la Poesia di Salerno Letteratura, che ha trattato inoltre i poeti visionari del ‘900.
Il primo è stato Dylan Thomas, per il cui stile non si può utilizzare un’analisi tradizionale. Le sue sono immagini lucide, visionarie ma concrete, che inneggiano al Mito in senso stretto, ed un linguaggio fortemente legato all’immaginazione, che lo rese negli anni 30 uno dei poeti più amati dai giovani. Per lui vi è un superamento della Morte, rivista nell’accezione non cristiana, dopo la quale l’Uomo si ricongiunge alla natura, e ciò viene espresso con metafore potenti ed immagini non molto definite. Per lui “La Poesia è un lento movimento che porta il poeta ed il lettore dalla cecità alla visione”.
Dino Campana, italiano, ha invece avuto l’esperienza della follia, perchè rinchiuso in manicomio. Tuttavia la sua produzione non ha origine da essa. I suoi “Canti Orfici” strizzano l’occhio sia alla mitologia che a Leopardi, e trattano delle fantasie più sfrenate degli esseri umani, che tuttavia non sono mai portate a compimento. Rappresenta la condizione umana di quel tempo, ovvero senza punti fermi nè certezze.
Rilke invece è tedesco, riprende di nuovo il tema mitologico attraverso i “Sonetti ad Orfeo”, il quale non riesce a portare Euridice di nuovo sulla Terra ma, in compenso, potrà continuare a cantare. Un’interessante similitudine con la Morte, in quanto solo chi ha oltrepassato il suo confine può far Poesia.
Fernando Pessoa viene ricordato come il mentitore: ha creato diversi eteronimi, ovvero false identità che spacciava per altri poeti, ed il suo pensiero ben lo sottolineava: ognuno porta una maschera. Nel momento in cui viene tolta si può ritornare al passato, ma senza di essa non si può continuare a recitar la vita.
Federico Garcìa Lorça ha invece avuto vita travagliata, e falciata troppo presto, si pensa per i suoi orientamenti politici e per il fatto che fosse omosessuale. Buona parte delle sue opere infatti, che trattavano di amore omosessuale, e del suo probabile per il pittore D’Alì, sono state censurate. Fra le poche in circolazione ci sono “Sonetti dell’amore oscuro”, cioè di un amore a quell’epoca non lecito.
Infine si è parlato anche di Alda Merini, che ha condiviso con Campana l’esperienza dell’ospedale psichiatrico. Tutta la sua produzione ha posto a base il tema della diversità, ed è stata anche scelta come portavoce della lotta alla violenza sulle donne. Secondo lei la letteratura dà una dimensione umana all’Arte. [ads2]