Da Fisciano Sviluppo a Gioma, tra indicazioni scarne e poche informazioni i lavoratori firmano i nuovi contratti nel caos generale, riprendendo a svolgere le loro mansioni come se nulla fosse accaduto
[ads1] È la cronaca della giornata di oggi che, forse, mette la parola fine ad una delicata vicenda che ha tenuto banco nell’ultima settimana all’Università di Salerno.
L’antefatto
La Gioma Facility Management srl si è aggiudicata il bando per il servizio di pulizie a scapito della Fisciano Sviluppo srl, precedente società gestrice del suddetto servizio. Un’aggiudicazione avvenuta grazie ad un’offerta fatta al massimo ribasso, ben il 40,62%. Ribasso che, ovviamente, ricade sui lavoratori, ai quali verrà tagliato il monte ore di lavoro e di conseguenza lo stipendio. Si tratta di contratti part-time, che in pochi casi vanno poco oltre le 20 ore settimanali, in soldoni, stipendi che si aggiravano sui 300-400 euro.
Ieri l’apice della protesta, quando il lavoratore Antonio Viviani ha minacciato di lanciarsi dal tetto del Rettorato dell’Ateneo salernitano supportato dai colleghi che avevano occupato l’edificio in segno di protesta. Solo l’intervento del Rettore e un’improvvisata riunione tra i vertici d’Ateneo, i rappresentanti sindacali e gli stessi lavoratori, avevano fatto rientrare la situazione.
La situazione odierna
Oggi, i circa 140 lavoratori, si sono ritrovati nella sala stampa Biagio Agnes per discutere, confrontarsi e confortarsi, sperare in una soluzione di questo delicato caso.
La riunione tra i lavoratori e il successivo confronto con i sindacati ha prodotto la firma dei contratti dal punto di vista formale ma anche una completa confusione dal punto di vista sostanziale. Ore di attesa, nella speranza di ottenere maggiore dignità e rispetto per il proprio lavoro, di confrontarsi magari con i vertici della ditta vincitrice, per ricevere rassicurazioni per la propria posizione. Nel mentre, i responsabili della Gioma attendevano i dipendenti all’Hotel S. Caterina di Fisciano, per far firmare i contratti. Qualcuno, si vocifera, l’avrebbe firmato già tra ieri sera e stamattina, scoraggiato dalla realtà e pensando, magari, alle difficili situazioni personali.
Poi il convulso trasferimento dal Rettorato alla Fondazione Universitaria, edificio presente all’interno del Campus, in balia degli eventi, senza realmente capire cosa stava accadendo. “O firmate o lunedì siete fuori”; non una minaccia ma un dato di fatto, emerso dopo le agitazioni dei giorni scorsi. I lavoratori hanno tenuto duro finché hanno potuto, quando, inermi, hanno appurato che nulla sarebbe cambiato; in fila all’esterno della Fondazione, con la Polizia, diretta dal comando d’Ateneo, e i Carabinieri della locale caserma che hanno presenziato per garantire l’ordine in una situazione delicata. Uno alla volta a firmare quel contratto cercando di capire le conseguenze, anche in maniera frammentaria.
La firma dei contratti
Dalle testimonianze dei lavoratori, è emerso che i contratti sarebbero stati firmati senza nemmeno essere letti o consegnati alla controparte, senza alcun tipo di supporto, tra sgomento e rassegnazione. C’è da dire che la Gioma ha vinto il bando in maniera del tutto regolare, approntando tutte le normative poste in essere dai Jobs Acts. I contratti, infatti, non sono stati redatti secondo “passaggio di cantiere”, ovvero conservando le precedenti clausole, come avvenuto negli anni passati con Fisciano Sviluppo, come dichiarato dai sindacati. Contratti ex-novo a tempo indeterminato, non più multiservizi ma di cooperativa, che prevedono un mese di prova, un costo orario inferiore, il conseguente abbassamento del monte ore settimanale, un depotenziamento delle tutele lavorative, la perdita dell’anzianità forfettaria e un prolungamento di 4 anni per gli scatti di anzianità, anche per i dipendenti che da molti anni svolgono la medesima mansione. “Non c’è stato interessamento da parte della Fondazione per garantire il passaggio e per tutelare la dignità dei lavoratori. Chi non firma da lunedì è fuori”. Queste le parole dei rappresentanti sindacali.
Una brutta pagina che di riflesso coinvolge l’ateneo salernitano, spesso considerato un fiore all’occhiello del Sud. A vincere è la spending review e forse l’approssimazione con cui è stata affrontata la vicenda dall’emissione del bando fino ad oggi. Protagonisti secondari i lavoratori, quelli che ci mettono la faccia e che continueranno a lavorare in funzione di risultati politico-economici e non qualitativi, quando il lavoro troppo spesso, anche per poche centinaia di euro, diventa più un privilegio che un sacrosanto diritto. [ads2]