Nona tappa del “No Gori”, comitato per l’acqua pubblica che si è riunito a Fisciano con l’obiettivo di contrastare il monopolio del servizio idrico
Nuova tappa del “No Gori”, la nona, in favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, che giovedì 21 Novembre ha visto riunirsi, presso la Sala Consiliare del Comune di Fisciano, i comitati per l’acqua pubblica che hanno organizzato un altro convegno dal titolo “Acqua Pubblica: Ora”. L’obiettivo è sempre lo stesso: contrastare il monopolio della società che attualmente gestisce il servizio idrico integrato in Regione Campania.
E anche in questa occasione, Franco Gioia, consigliere del Distretto Sarnese-Vesuviano EIC, non ha fatto mancare il proprio contributo intervenendo nel dibattito e insistendo su diversi temi, oggetto del dibattito. “La nostra amministrazione comunale – ha detto Gioia – è compatta sulla problematica Gori. Ai cittadini chiedo sempre una partecipazione maggiore partecipazione, perché questa non è solo una battaglia istituzionale, ma innanzitutto una battaglia comunitaria. Ci sono responsabilità politiche incrociate, sia da parte delle compagini di centrosinistra che di centrodestra, però non bisogna nascondersi”.
“Stiamo combattendo da anni – ha continuato Gioia nel suo intervento – e qualche risultato lo abbiamo anche ottenuto, come quello del momentaneo annullamento con note di credito delle famose “partite pregresse”. Tuttavia, bisogna tenere alta la guardia, perché in realtà queste partite pregresse sono state solo sospese in virtù di un ricorso al Tar che di recente abbiamo vinto. In seguito, una discutibile legge regionale ha aperto uno spiraglio nei confronti della società che oggi gestisce il servizio idrico integrato e in questo modo si è presentata l’opportunità alla Gori di fare appello al Consiglio di Stato. Nel frattempo la palla è passata all’Ente idrico campano. Attualmente, è stata istituita una commissione per valutare la legittimità o meno delle partite pregresse, della quale anch’io faccio parte e, da parte mia, assicuro il massimo impegno per bloccarle definitivamente”.
Oggi, gli utenti gestiti dalla Gori pagano la tariffa più alta d’Italia e solo grazie all’intervento dei Comitati per l’Acqua Pubblica si è riusciti a bloccare ulteriori aumenti che erano previsti da parte della società. La Gori, dalle partire pregresse, dovrebbe riscuotere circa 122 milioni di euro. Ora nelle intenzioni della società c’è l’idea di spalmare queste partite pregresse su bollette dall’anno 2021 al 2030.
“L’Ato 3, formato da ben 76 Comuni – conclude Gioia – è stato commissariato nel dicembre 2013. Un commissariamento che doveva durare sei mesi e invece sta durando ancora da sei anni. L’Ato 3 possiede il 51% delle quote della Gori. Se si ritornasse all’interno di un’assemblea formata da 76 sindaci, la Gori potrebbe essere facilmente posta in liquidazione e la sua gestione può tornare ad essere gestita dalle istituzioni locali”.
Al dibattito, oltre a Gioia, hanno partecipato anche l’avvocato Giuseppe Grauso del Coordinamento Campano Acqua Pubblica, Gianluca Napolitano della Rete Civica Ato 3 Campania, Amodio Sica del Comitato Acqua Pubblica Fisciano, Ida Dello Ioio della Rete dei Comitati Pubblici e il vice sindaco di Fisciano, Maria Grazia Farina.
Proprio Napolitano ha annunciato che il prossimo mese di gennaio i Comitati si stanno organizzando per mettere in piedi una spedizione davanti alla sede legale della Gori, ad Ercolano (NA), dove i manifestanti (che si spera siano presenti in un numero consistente) effettueranno un sit-in pacifico di protesta contro la Gori per chiedere, tutti in coro, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.