Succede a Napoli, dove una studentessa in legge della Federico II ha “ben pensato” di fingersi malata di cancro per superare un esame

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Università: luogo in cui il sapere si fonde con la mente e si respira aria di Futuro. Amata e odiata, l’Università pullula di aspettative e sentimenti di milioni di studenti, in cerca del proprio “io” e del proprio “posto nel mondo”.

Considerata quasi come una “seconda casa”, gli studenti all’Università imparano a vivere, mentre si districano tra un esame e l’altro.

Inutile dire che gli studenti le provano tutte per portare a casa buoni risultati. Tanti i trucchetti e i segreti per superare gli esami ma, in certe occasioni, la “furbizia” usata è davvero folle e di cattivo gusto.

Autrice di un atto “furbetto” ma decisamente fuori luogo, una studentessa della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli.

Doveva sostenere il temuto esame di Procedura civile ma secondo la denuncia di un’altra studentessa napoletana, avrebbe cercato di fare compassione ai docenti fingendo di avere un cancro.

La vicenda risale a Febbraio scorso, mese in cui Edda, una studentessa che con il cancro combatte davvero, conosce una ragazza che sostiene di essere affetta dalla stessa patologia.

Vesuvio Live riporta le parole della ragazza: «Ho visto questa studentessa presentarsi con il foulard in testa, per nascondere la caduta dei capelli che segue le cure e con diversi cerotti attaccati al corpo, anche in maniera grossolana. Ho deciso di conoscerla, perché dovevamo farci forza l’una con l’altra, e ci siamo scambiate il numero di telefono». 

Le due ragazze si conoscono ed Edda crede di aver trovato un’amica con cui condividere le forti emozioni e fasi della malattia. Solamente dopo lunghe chiacchierate al telefono e conversazioni su WhatsApp, Edda viene a sapere che l’altra ragazza non solo non sa nulla dei trattamenti chemioterapici, ma anche che ha sempre avuto i capelli lunghi.

«Oggi sto meglio e la fase peggiore della chemioterapia è solo un lontano ricordo» – spiega Edda – «I miei capelli stanno ricrescendo, ma tutte le mie compagne avute durante la chemio non ci sono più e non tollero simili mancanze di rispetto da parte di una ‘furbona’».

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