Sud, Sicurezza e Sviluppo. Settima tappa della Festa Democratica dell’Amicizia a Marina di Camerota. Con Roberto Arditti il messaggio di Expo 2015, da esempio per il rilancio e lo sviluppo del Cilento. Pellegrino: “Il Parco una Ferrari nel garage”
[ads1] La Festa Democratica dell’Amicizia, ideata dagli Amici Dem e sostenuta dal PD, nell’edizione 2016 caratterizzata dal tema “Sud, Sicurezza e Sviluppo”, fa tappa a Marina di Camerota.
Sabato 13 Febbraio, infatti, il cinema Bolivar è stato teatro di un rilevante dibattito politico, inquadrato nell’ottica dello sviluppo dell’intero territorio cilentano. Fa da cornice alla discussione l’esempio di Expo 2015, di cui il dott. Roberto Arditti, anima organizzativa dell’evento, ne illustra alcuni concetti chiave. Pensieri che, se metabolizzati ed assimilati nel giusto modo, possono ritornare utili, con le dovute proporzioni, nell’attuazione di alcune strategie di sviluppo del comparto Cilento.
Pier Paolo Guzzo leader del Pd di Camerota, uno dei pochi partiti, se non l’unico, realmente attivo nella comunità camerotana, è pienamente soddisfatto per l’esito dell’incontro. E non solo per la presenza di un vasto pubblico , ma soprattutto per gli spunti e le indicazioni che il dibattito ha fornito. Un nuovo punto di partenza – forse l’ultimo – per il Cilento, ma con la consapevolezza di poterlo intraprendere con diversi amministratori locali, espressione di una nuova logica di fare politica, e non solo per l’aspetto comunicativo. Tra questi spiccano le personalità di Vincenzo Speranza Sindaco di Laurito e Presidente della “Comunità Montana del Bussento, Lambro e Mingardo” e di Tommaso Pellegrino Sindaco di Sassano e nuovo Presidente del PNCVD.
Presenti alla festa democratica, oltre ai citati sindaci ed al dott. Arditti, anche Gennaro Maione (Assemblea Nazionae PD), Carmelo Stanziola (Sindaco di Centola) ed i parlamentari Antonio Cuomo, Tino Iannuzzi e Simone Valiante. Nel dibattito, seppur per sommi capi, si è discusso di alcuni dei principali problemi che riguardano il Cilento, ambito territoriale di cui finalmente si ricomincia a parlarne anche in Parlamento. E non a chiacchiere, ma con interrogazioni parlamentari ed in provvedimenti.
Dal confronto dei relatori è (Ri)emerso che il Cilento è un territorio con grosse potenzialità, ma sfruttate poco e male. Per un immediato rilancio vi è bisogno di programmazione e sinergie tra gli enti, ad ogni livello, per sviluppare i principali temi individuati. Tra essi in primo luogo l’emergenza delle infrastrutture, poiché senza di esse il comparto Cilento non è competente. In secondo luogo: valorizzazione delle bellezze naturalistiche, perno essenziale dell’azienda turismo, con le relative tipicità specifiche dei patrimoni storico, geografico e geologico; rilancio del settore agro-alimentare nel quale si vantano diverse eccellenze; recupero dei centri storici. Ed inoltre, su proposta di Vincenzo Speranza un ulteriore tema riguardante le aree portuali: il turismo crocieristico, che permetterebbe di allungare la stagione turistica, ridottasi ormai ad un mese e mezzo.
Per sviluppare tali temi si ha la fortuna di disporre di un potente mezzo capace di fungere da catalizzatore: il PNCVD. Il Parco, infatti, deve promuovere il territorio con tutti i mezzi che ha a disposizione. “Una Ferrari nel garage” sottolinea Tommaso Pellegrino, neo Presidente dalle idee chiare e con una spiccata determinazione. Per lui un compito al tempo stesso arduo ed ambizioso.
Diciamolo in maniera inequivocabile una volta e per tutte: i problemi del Cilento di questi ultimi 20 anni non sono da ascriversi al Parco, ma alle inadempienze di una classe politica scaltra ed opportunista, senza idee e programmi, che ha anteposto gli interessi personali a quelli collettivi. Vero che il Parco ha portato vincoli e tanta burocrazia, ma ha avuto il merito, salvo episodi sporadici di piccole speculazioni edilizie, di tutelare il territorio. Il resto poi lo ha fatto la crisi economica degli ultimi anni.
E’ pur vero, però, che il Parco non ha sancito quel benessere tanto auspicato da chi lo ha “imposto” al territorio. E lo ha sottolineato, con grande onestà, anche Tino Iannuzzi, nonostante gli elogi ad Antonio Valiante. Però l’onorevole cilentano non ci ha mai spiegato, ufficialmente, come mai la sua Cuccaro Vetere è solo in area contigua. Quello che ora conta, però, è che il Parco rappresenta veramente un’opportunità. Ma a patto che si miri ad una tutela attiva, volta ad attuare uno sviluppo sostenibile. E se necessario, anche rivedendo qualcosa nella legge 394, che purtroppo non tiene conto della forte antropizzazione dei territori inglobati nell’area protetta. E, cosa più importante, che venga attuato ciclicamente l’art.7 della stessa legge. E’ inammissibile che gli enti sovra ordinati ed in primo luogo lo Stato – tramite il Ministero dell’Ambiente – in questi anni non hanno riconosciuto al Cilento neanche i fondi per la manutenzione ordinaria del territorio del Parco.
Il Pd locale per questa settima tappa della festa democratica ha scelto come argomento “Expo 2015”. Una scelta non casuale, ma cercata, proprio perché all’Esposizione Internazionale di Milano il Cilento ha beneficiato di un’importante vetrina. Ed il messaggio di Expo può sicuramente fornire utili input nella promozione del brand Cilento. L’intervento del dott. Roberto Arditti suscita molta ammirazione in platea. Considerazioni che iniettano ottimismo. Infatti ci ricorda che nonostante viviamo in un periodo di regressione, e pur non disponendo di risorse economiche come quelle degli anni ’60 – quando, a titolo di esempio, in 5 anni veniva realizzata l’autostrada del Sole – si possono fare ugualmente grandi cose, poiché noi italiani disponiamo di eccelse risorse a livello di capitale umano e sociale. Basta mettere a sistema idee e competenze. Nel Mondo vi è una fame di Italia, e questo aspetto ci profila opportunità straordinarie. Siamo titolari di una ricchezza unica, ma spesso frammentata. Invito alla cooperazione.
Ritorno all’agricoltura. Non è una provocazione del relatore di caratura internazionale, ma una considerazione che oggi è anche realtà necessaria. Infatti,da quasi un decennio, potenze come la Cina, con bilanci economici stratosferici, stanno investendo in terreni agricoli in nazioni sottosviluppate, poiché sul loro territorio si produce meno riso di quanto se ne consuma. L’agroalimentare per il Cilento, culla della dieta mediterranea – quella studiata da Ancel Keys e non i decantati surrogati moderni – è più di un’opportunità.
Prima di congedarsi, Arditti rammenta che se si dispone di una risorsa pari a cento si realizza un unico evento che costa cento, gestendo poi le ricadute future dello stesso, e non cento eventi che costano singolarmente uno, i quali non lascerebbero alcuna traccia.
Quindi scelte gerarchiche, possibilmente condivise e mirate. Inoltre invita a prestare molta attenzione nel fare tutto con grande amore, poiché è vero che nel mondo c’è fame di Italia, ma i nostri potenziali clienti sono molto esigenti. Noi italiani siamo bravi nella redazione di grandi progetti, ma a volte tralasciamo i dettagli. La furbizia premia una sola volta, ma poi estromette dai mercati che contano. Ed infine l’attenzione alla comunicazione. Social quali Instagram e Twitter sono più importanti dei giornali, per la rapidità di come circolano foto e notizie. Lo sanno molto bene le aziende, un po’ meno le amministrazioni.
Questa tappa della festa democratica ha tracciato un inequivocabile segno di sviluppo per l’intera comunità cilentana. A partire da oggi, che è già ieri, ognuno deve fare la propria parte, in base alle competenze ed al ruolo che occupa. Mettendoci la faccia e con tanta onestà. Nessuno può sottrarsi da questo impegno morale preso. Ultima chiamata per il Cilento.
Sfoglia la galleria fotografica – All Rights Reserved Pietro Avallone
[ads2]