
Si è svolta ieri pomeriggio la premiazione del Concorso Letterario Fantasia al potere. Realizzato anche un piccolo volume con i racconti di tutti i partecipanti premiati
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Fantasia al potere, il concorso letterario indetto dalla casa editrice Il Quaderno Edizioni, si è concluso nel pomeriggio di ieri, premiando sia i partecipanti più meritevoli con attestati di merito, che i primi tre finalisti.
A presiedere all’incontro per Fantasia al potere l’assessore alla Cultura Ermanno Guerra, Sergio D’Alessio ed il presidente della casa editrice, il dott. Paolo di Mauro, e la dottoressa Stefania Spisto.
L’assessore ha come sempre ribadito quanto Salerno sia sempre attenta ai contesti culturali, e come faccia il possibile per promulgare iniziative che possano mettere in luce il talento di coloro che sentono bruciare dentro di il sacro fuoco dell’arte.
D’Alessio, durante un piccolo intermezzo della cerimonia di Fantasia al potere, ha posto l’accento su un tema importante nel mondo della cultura, ovvero la monopolizzazione dell’editoria. Alla luce del recente acquisto della Mondadori, che detiene il 50% del patrimonio editoriale italiano, della Rizzoli (esclusa l’Adelphi), ha parlato di una vera oligarchia editoriale: con questa operazione le piccole case editrici faticheranno non poco per affermarsi, considerando che potrebbero non avere più l’esclusiva per i nuovi talenti della scrittura.

Inoltre i racconti di tutti i premiati alla competizione sono stati raccolti in un bellissimo volume affinché tutti potessero aver realizzato, in piccolo, il desiderio di vedere la carta stampata con le parole del proprio genio creativo.
Alessandro Esposito, primo classificato al concorso Fantasia al potere col suo intenso racconto Ho bisogno di qualcuno, è stato premiato con la pubblicazione del suo primo romanzo ed un meraviglioso piatto, realizzato in pregevole ceramica vietrese. Il giovane, studente appena laureato ed infatti più giovane concorrente ha raccontato, visibilmente emozionato:
“Non mi aspettavo assolutamente di essere premiato. Avevo cominciato a cercare lavoro, e non pensavo più alla scrittura. Tutto è cominciato come uno sfogo creativo, quindi non so se diventerà una vera professione. Scrivere un romanzo inoltre è estremamente impegnativo, richiede moltissimo studio, conoscenza e maturità. Scrivere per me è una catarsi, una liberazione. Qualcosa che viene fuori senza filtro, senza autocensure. Se mi metto a scrivere è perché dentro c’è qualcosa che deve uscire. E l’ispirazione viene in qualsiasi momento, anche di notte.”
Auguriamo non soltanto a lui, ma anche a tutti coloro che vogliono realizzare i propri sogni, di riuscire a sfondare. di non arrendersi. E per fare ciò bisogna sacrificarsi, guardarsi dentro e crescere. Anche soffrire. Piangere. Gioire.
Scrivere è di sicuro una delle forme di espressione più impegnative, ma anche la più gratificante, perché le parole sono importanti, le parole hanno un peso. E, se svelate nel modo giusto, possono avere un grandissimo potere su chi le riceve, ma anche e soprattutto su chi le crea.
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