Una vera e propria ferita per il monte più alto del Cilento. A scendere in campo ancora una volta a difesa dell’ambiente è l’Associazione Mariarosa di Battipaglia, presieduta da Alfonso Esposito, che da tempo è attenta alla difesa dei territori. Vista la realtà del Cervati, Esposito in una lettera aperta denuncia: «Sono una persona che vive un amore viscerale per la natura ed il territorio. Sono figlio adottivo del Cilento. Sono in contatto con il Get Vallo di Diano, di cui ammiro l’operato. Il Cervati non è solo una montagna, è un’entità maestosa e saggia, un’immensa biblioteca, un compendio di odori, colori, vita e cultura, un Mahatma, ovvero una grande anima, di cui fanno parte le anime di tutti gli abitanti dei villaggi cilentani».
«All’incirca un mese fa – continua Esposito – la consueta e-mail del Get non parla di una qualche bella escursione, ma di abbattimenti di faggi in una delle zone più belle della grande montagna. Parla di una ferita sanguinante inflitta da delle persone a se stesse. Un cantiere aperto lungo il sentiero Italia, a valle e a monte della spettacolare zona dei Gravettoni, strade aperte con i cingolati nel bel mezzo dei boschi, alberi enormi abbattuti: la grande Montagna violata con la forza. Rispondendo all’appello del Get, con alcuni volontari di Mariarosa e un drappello di colorati e grintosi murgheri della Murga Los Espantapajaros, il 1° novembre siamo andati a trovare la montagna per vedere con i nostri occhi quanto ci era stato segnalato. Non entro nel merito della questione tecnica e giuridica, mi basta sapere che ora la guardia forestale ha sequestrato il cantiere. Fondamentale è la questione morale ed economica. Si economica, perché il misero guadagno ottenuto con il taglio non è altro che un cattivissimo investimento nel tempo. Alla luce di quanto che sta succedendo, cosa diranno le prossime generazioni? Nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si pensa che la loro più grande risorsa sia il legname. Ebbene non è così in quanto esso rappresenta solo una parte piccola e marginale. La vera risorsa del territorio è la cultura, una risorsa rinnovabile. Si parla delle zone montuose come zone svantaggiate, ma pensiamo a quanto è svantaggiato l’Alto Adige che vive di territorio e la sua bellezza richiama osservatori paganti, che amano tornaci. Il sud forse non avrà le strade, anche perché è abbandonato dallo Stato Centrale, ma ha delle bellezze paesaggistiche rare».
«Bisogna tutelare questa terra – conclude Esposito – anche perché le statistiche dei registri tumori descrivono un aumento dell’incidenza di questa malattia nelle zone industrializzate. Il mio vuole essere un messaggio rivolto alle comunità del Cervati, interessate dallo spiacevole episodio dei tagli, affinchè le stesse difendano il loro territorio e non compromettano il futuro dei loro paesi. Tocca a loro lottare contro la svendita e la devastazione della montagna. Mi rivolgo all’ente parco, se esiste, ai signori politici, i quali se non sono in grado di assolvere al loro dovere devono avere il coraggio di dimettersi. E ancora mi rivolgo ai parroci delle comunità locali perché l’anima del parco chiede aiuto. Agli insegnati che dovrebbero insegnare l’amore per la cultura. E infine rivolgo il mio pensiero ai giovani, perché non vadano via, e coloro che l’hanno fatto, di raccogliere il loro bagaglio di esperienza e di tornare a casa per costruire il loro futuro e quello di chi li succederà».