MUSEO DIOCESANO SAN MATTEO
EXULTET DI SALERNO
Fino al secolo XI, Salerno accolse artigiani e miniaturisti greci.
Per merito di due greci, Argiro e Semne, nel secolo XI e anche in quello successivo, fu prodotto il rotolo di San Crisostomo, che quasi sicuramente venne utilizzato a Salerno; in esso, sono iscritte preghiere dedicate a Ruggero Borsa , figlio di Roberto il Guiscardo (conservati oggi, nella Biblioteca Vaticana).
L’Exultet di Salerno, durante la notte del Sabato Santo, veniva esposto sull’ambone.
Fino a quando fu restaurato dal Ministero dell’Istruzione, era sotto forma di rotolo.
Prima di questo restauro, eseguito da Nestore Leoni, negli anni 1917-1918,m era in pessime condizioni,
venne diviso in undici parti, inserite in un album conservato in una cassa di noce.
Ogni parte venne inserita in contenitori in vetro e metallo, per essere trasportato a Roma nel 1953 per una esposizione.
Nel 1990 la sede del Museo diocesano fu sottoposta a restauro, quindi, si provvide ad un nuovo allestimento delle opere.
Si decise di estrarre ogni sezione dell’Exultet dalle custodie per esporle su nuovi supporti, in vetrine per una migliore conservazione di esse.
Dal Leoni, i fogli erano stato innestati in delle pergamene e ricuciti negli strappi.
Gli interventi del 1988, a cura della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino,
sembravano aver rimediato ai guasti del tempo e del precedente restauro; riportarono un miglioramento del panneggio (in tinta rossa), messe poi in evidenza, delle linee ad inchiostro scuro per i bordi di ogni miniatura.
Un altro intervento conservativo, è stato approntato dall’Istituto Romano della Patologia del Libro nel 2001 ed il nostro Exultet, sempre staccato in fogli, attese di essere esposto i clima box per proteggerli meglio.
Il testo dell’Exultet di Salerno è andato perduto, resta solo l’inizio del prologo che recita: EXULTET IAM ANGELICA TURBA COELORUM, EXULTENT DIVINA MYSTERIA, ET PRO TANTI REGIS VICTORIA…
Sono stati conservati due capilettera, la E di Exultet ed VD di Vere Dignum, dove è inserito l’immagine di Cristo in Maestà.
Oltre ad essere delineate da inchiostro bruno, le lettere in caratteri gotici, sono decorate anch’esse in oro.
La decorazione di tipo nastriforme, con cerchi all’interno, decorati da fiori.,
seguono figure geometriche che caratterizzano le lettere con decorazioni a girali e caratteristica prevalente anche in nel periodo bizantino, a cuore.
le illustrazioni che compongono le dieci sezioni dell’Exultet, risultano essere 19, ognuna di essa separata da cornici che contengono rombi in tinta rossa e sfumature azzurre, tranne la sezione 7, cioè la Crocifissione che è a pagina intera e quella iniziale non ha figure.
Ogni cornice è costituita da cerchi in tinta rossa e azzurra dove all’interno vi è un romboide.
Le figure preparatorie, sono state approntate con la stessa tecnica, inchiostro bruno, con maggiore incisione sui contorni e cromatismo ai bordi e nei panneggi.
Il rotolo presenta la pergamena colorata, la scrittura a caratteri d’oro e si avvicina ad un tipo usato a Costantinopoli e presente nelle porte bronzee di Landolfo a Butrumile (Protosebastos).
Nella vicina Cava dei Tirreni, più precisamente nella Badia, sono conservati dei codici che si accostano maggiormente ala tecnica messinese che ha particolari simili all’Exultet di Salerno.
In essa sono conservati De septem sigillis (Benedetto Barese), il Calendario, i Vangeli, L’Apocalisse, l’Epistola I di San Giovanni e la Regola di San Benedetto.
Fonte immagine in evidenza: http://www.stupormundi.it/Apocalittica.htm