Nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale, i militari della Guardia di Finanza di Battipaglia hanno condotto una complessa ed articolata indagine di polizia tributaria e giudiziaria che si è conclusa con il sequestro preventivo “per equivalente” di conti correnti bancari, di cui uno intestato ad un “trust”, e di una villa di alto pregio sita ad Albanella (SA), il cui valore ammonta a 400 mila euro.
L’attività investigativa ha permesso di smascherare la frode fiscale operata da un noto avvocato battipagliese, specialista dei diritti del consumatore, operata attraverso la mancata contabilizzazione e dichiarazione di compensi percepiti.
Le indagini, condotte con l’ausilio indispensabile degli accertamenti bancari, hanno consentito di portare alla luce assegni ed incassi mai registrati per un’evasione complessiva, negli anni dal 2007 in poi, di un milione e 400mila euro ai fini delle imposte dirette, con una conseguente evasione di I.V.A. pari a 200mila euro. Le Fiamme Gialle, appurata l’esistenza di elementi di frode attraverso le indagini di polizia tributaria e giudiziaria, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria, per violazione dell’articolo 4 (dichiarazione infedele) del D. Lgs. n. 74/2000, il professionista citato.
L’importo sequestrato comprende conti correnti, di cui uno intestato ad un trust, istituto del sistema giuridico anglosassone, che secondo i militari è stato utilizzato dal professionista quale schermo giuridico per sottrarre ai creditori il proprio patrimonio. E’ stato ipotizzato, infatti, lo “sham trust”, ovvero un trust fasullo, simulato e privo, tra l’altro, della figura del “protector”, ovvero di colui il quale deve vigilare sul “trustee”, il gestore del trust – in questo caso la moglie del professionista – a garanzia dei beneficiari – ovvero la figlia, minorenne, dell’avvocato.
Tra i beni sequestrati figura anche un imponente immobile di elevato pregio sito in Albanella (SA), dove l’Avvocato dimora.
Il sequestro eseguito dalle Fiamme Gialle di Battipaglia, che consentirà allo Stato di incassare le somme non versate a titolo di imposta, è stato reso possibile grazie all’applicazione della norma che estende a tali condotte fraudolente la “confisca per equivalente” – e di conseguenza anche il sequestro – ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i patrimoni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.
L’operazione si inquadra nell’ambito dell’intensa azione avviata dalle Fiamme Gialle a livello provinciale e finalizzata al contrasto di condotte insidiose per le casse dello Stato, specie nei confronti della categoria dei professionisti, i quali, nonostante i lauti compensi percepiti dai propri clienti, stentano a dichiarare quanto effettivamente incassano.