L’idea parte da una conversazione con un commerciante. Un metodo semplice, efficace e con lo scopo di agevolare il piccolo imprenditore e il cittadino alle prese con stipendi decisamente ridotti e tasse onerose e creare una sorta di piramide di controllo all’interno della società.
Oggi i cittadini spendono circa il 60% dello stipendio in tasse e diventa impossibile riuscire ad arrivare a fine mese mentre alcuni grandi imprenditori, persone di potere e chi ha laute entrate pagano tasse assolutamente irrisorie rispetto al reddito che effettivamente possiedono e che mascherano nel mercato nero.
Si parte dal cittadino che effettua acquisti e per ognuno di questi richiede obbligatoriamente scontrino, ricevuta o fattura che sia. Tutti vengono registrati. Allo scadere della mensilità allo stipendio totale viene sottratta la spesa effettuata (sommando tutte le ricevute fiscali che sono state registrate) e sul restante si applicano le sanzioni statali. Ad esempio: il cittadino effettua una visita specialistica; a fine visita lo specialista richiederà la somma (ipotetica) di 100 euro senza fattura o 121 euro con fattura. Il cittadino preferirà pagare 121 euro sapendo di poter scaricare il tutto piuttosto che pagare 100 euro al dottore e 100 euro a fine mese come tasse.
D: Secondo lei in questo modo il cittadino non spenderebbe l’intero stipendio senza pagare nessuna tassa? Di conseguenza lo Stato come recupererebbe i soldi persi?
R: Questo meccanismo fa in modo che i soldi persi sulle tasse vengano recuperati in quanto i soldi che, ‘normalmente’, finirebbero nel mercato nero, in questo caso sarebbero controllati e dichiarti. Inoltre i benefici sarebbero diversi: controllare l’evasione fiscale, rimettere in moto l’economia, far in modo che anche il cittadino possa vivere e non sopravvivere mentre i ricchi italiani spendono e spandono.
D: Perché ha avuto quest’idea?
R: Perché tutti i giorni alcuni clienti fingono di impormi lo scontrino (dico fingono perché non ne hanno motivo dato che sono fra i pochi che lo fanno sempre) e quando poi si recano dal dottore, da un avvocato e altre categorie, permettono evasioni fiscali ben più grandi rispetto magari a quella che può esserci su un caffè.
D: Del lavoro nero cosa pensa?
R: E’ un circolo vizioso. Supponiamo che io chiami un giardiniere non in regola. Il denaro che userò per pagarlo non può essere registrato e quindi sarò costretto a pagare due volte la cifra: per il lavoratore in nero e per lo Stato (le tasse). Con questo metodo obbligheremmo tutti a mettersi in regola. Per non parlare dei disoccupati ufficiali. Ci sono tante persone che si dichiarano disoccupati o, altri, ‘nulla tenenti’. Percepiscono per questo soldi statali e poi acquistano auto, casa e altri beni voluttuari.
La proposta è decisamente buona, anche se si tratta solo di una bozza, e sarebbe, finalmente, giusta nei confronti di tutti; forse proprio per questo non potrà avere mai un seguito perché siamo in un paese in cui la bilancia pende solo da una parte e non è quella del cittadino che guadagna appena 800 euro al mese.
fonte immagine in evidenza http://nottecriminale.files.wordpress.com/2012/01/evasione_fiscale.jpg