Erotismo a Fisciano: il giovane fotografo Gregorio Carullo e le sue Femmes hanno ammaliato gli studenti dell’Ateneo salernitano
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Se qualcuno senza giri di parole ci chiedesse ‘che cos’è l’erotismo?’, quale sarebbe la nostra risposta?
Forse basterebbe rispondere descrivendo una semplice immagine, la prima che ci viene in mente.
Un piccolo frammento di corpo che si intravede sotto le lenzuola, uno sguardo ammiccante, una particolare e innaturale posizione del corpo, forse delle linee curve che si alternano alla rigida geometria di un letto o un lembo di sottoveste che sbuca dal bordo di un vestito.
L’erotismo, per le persone, non è solo sessualità, l’erotismo è un’idea.
L’erotismo è una commistione di ricordi, esperienze pregresse, istinto, desiderio, è quello che ci spingeva da adolescenti a spiare una coppietta durante un bacio o a osservare con la coda dell’occhio un seno scoperto o una curva in mostra, è quella vibrazione lussuriosa che si smuove continuamente nella nostra mente ed è l’amplesso che avviene quotidianamente senza muovere un dito.
In poche parole è la sessualità nella sua purezza.
La sfida, per gli amanti dell’arte erotica, è raccontare in pochi scatti o dipinti, l’Eros senza sfociare nella pornografia.
A raccontare tutto questo è stato il giovane fotografo salernitano Gregorio Carullo, durante il nuovo appuntamento del ciclo di seminari “Open Class. Ateneo & Territorio”, a cura di Alfonso Amendola.
Il fotografo salernitano ha raccontato, durante l’incontro presieduto da Vincenzo Del Gaudio (dottorando in Metafisica, Università San Raffaele di Milano) e Veronica Vignola (critico d’arte), la natura dei suoi scatti.
Scatti per lo più in bianco e nero, puri, nati da semplici giochi di luce e ombre, in cui il protagonista assoluto è il corpo femminile.
Le ‘Femmes’ di Gregorio Carullo, sono donne qualunque, donne dalle mille fisicità e mille volti che si lasciano andare, sullo sfondo di un qualunque scenario, al puro gioco dei corpi.
Le posizioni, gli sguardi, le bocche, i vestiti, il trucco, nulla di quello che è immortalato lascia intendere la donna come puro oggetto di desiderio o come semplice strumento.
Ciò che semplicemente avviene tra le due parti separate dall’obiettivo è un dialogo: le modelle si abbandonano all’espressività del proprio corpo e si raccontano spontaneamente, lasciando che sia il fotografo a parlare di loro nei suoi scatti.
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