Il concerto di Ernia nella cornice dei templi di Paestum è la dimostrazione che la musica live è ciò di cui tutti avevano bisogno
Il Maco Festival ha un vantaggio rispetto a tanti altri eventi: si svolge nella Clouds Arena, un posto speciale tra le rovine dei templi di Paestum. Una cornice suggestiva che emoziona il pubblico già dalla fila per l’ingresso. Quando poi gli ospiti della kermesse sono di grande rilievo, il gioco è fatto. Uno di questi è Ernia. Il rapper è stato il protagonista della seconda serata del festival e ha portato in concerto il suo ultimo album intitolato “Gemelli“, ma non solo.
Tanti erano i supporters dell’artista milanese giunti alla Clouds Arena per assistere allo show, che è stato organizzato nel migliore dei modi per quanto concerne l’ambito “sicurezza Covid”. Gli ingressi, infatti, erano scaglionati e prima di accedere era obbligatorio misurare la temperatura, igienizzare le mani ed esibire il green pass. Una volta entrati nell’arena, poi, sembrava di respirare un’aria nuova. Quell’aria di attesa, emozione, voglia di divertirsi e cantare che a causa del Covid mancava da troppo tempo.
La serata presentava tre artisti in apertura quali LB Prada, Nico Kyni e Lil Jolie. Giovani emergenti che si sono esibiti prima di Ernia, tenendo compagnia ai tanti spettatori divorati dall’ansia di vedere sul palco l’ex Troupe d’Elite. Tutti e tre hanno dimostrato di avere buone doti, da LB Prada, giovanissimo e promettente rapper salernitano, a Lil Jolie, che vanta già collaborazioni con Coco, Ketama 126 e Carl Brave nonostante abbia solo 21 anni, passando per Nico Kyni che ha portato un sound RnB molto interessante e ha dimostrato di essere anche un bravo performer.
Poi è giunto il momento più atteso. Sul palco è salito DJ MS e tutti hanno capito che da un momento all’altro sarebbe apparso anche Ernia. Ed infatti così è stato. Il rapper originario del QT8 ha fatto il suo esplosivo ingresso sulle note di “Vivo” e il pubblico è impazzito. Il live non poteva che iniziare con un canzone tratta da “Gemelli“, l’album che ha portato Ernia alla consacrazione nella scena rap italiana.
Perché se il talento e l’attitudine non sono mai mancati e sono stati una costante fin dai tempi di “No Hooks“, il riconoscimento di tali doti ha tardato ad arrivare. Forse perché il suo stile di scrittura è articolato rispetto a quello di tanti altri rappers. Forse perché ha mosso i primi pass quando in Italia esplodeva la Trap. Come ha detto lo stesso Ernia durante lo show di ieri sera: “Tutti, anche i discografici, mi dicevano si sei bravo ma noi guardiamo alla Trap“. Alla fine però la costanza ha avuto la meglio e il talento già sbocciato si è confermato essere tale.
La serata è quindi proseguita sulle note delle canzoni di “Gemelli” e di quelle dei suoi progetti precedenti, comprese le collaborazioni con altri artisti del panorama rap italiano. La scaletta era studiata come un viaggio indietro nel tempo che partendo dal 2020 (uscita di “Gemelli”) è arrivato fino al 2016, anno a cui risale “No Hooks“. Un percorso a ritroso che prevedeva degli interessanti intermezzi tra le sue varie tappe attraverso i quali il rapper “narrava la sua storia” e introduceva i brani. Un iter che ha fatto gioire i fan e si è rivelato pienamente coinvolgente.
Tornare ad ascoltare musica dal vivo è stato sicuramente entusiasmante e il merito è anche di Ernia. L’autore di “Superclassico“, infatti, si è dimostrato un abile performer, energico, straripante. Ha saputo tenere il palco come se non ci fosse mai stato uno stop forzato dei concerti. Un aspetto importante, poi, va sottolineato. Ernia, che oltre a DJ MS era solo a gestire l’intero show, ha cantato senza che ci fossero le canzoni in sottofondo, eccezion fatta per i ritornelli. Sembrerebbe scontato, ma oggi non lo è. Al contrario, si assiste sempre più frequentemente a concerti nei quali i rappers cantano sulla brano in riproduzione. E così si finisce per ascoltare pochissimo l’artista in live, che si limita nell’esibizione. Ernia, invece, ha dato prova di saperci fare, di meritare la cima delle classifiche anche sul piano delle esibizioni dal vivo.
Insomma Ernia, al secolo Matteo Professione, ha dimostrato che quel cognome non se lo porta dietro per caso. Uno show da 10 in pagella.